“L’amianto è un’emergenza sanitaria e ambientale nazionale che richiede giustizia per le vittime e riconoscimento, anche sul piano previdenziale, per chi è stato esposto, non meno di misure sanitarie, curative e di ricerca per chi viene colpito o è a rischio di esserlo; non ultimo un piano generale di bonifiche, definendo le dovute priorità, dei numerosi siti contaminati”.
A dichiararlo è Fulvio Aurora, il segretario nazionale dell’Associazione italiama esposti amianto (Aiea) che, sabato mattina alla Mediateca di Matera, ha concluso i lavori del convegno “Dignità e Giustizia per gli ex esposti della Val Basento”.
L’incontro pubblico, organizzato dall’Associazione italiana esposti amianto Val Basento (Aiea Vba) e da Medicina Democratica della Basilicata, ha voluto porre l’accento sull’esigenza di restituire la dignità agli ex esposti all’amianto della Val Basento.
“Una dignità che oggi può essere ritrovata solo se la Giustizia interviene – ha affermato Mario Murgia, presidente dell’Aiea Vba – Ad oggi, nella nostra regione, sono oltre 500 i casi accertati di patologie oncologiche e non legate all’esposizione all’amianto, mentre i decessi finora registrati sono 167. Morti bianche dimenticate anche e soprattutto perché le patologie asbesto correlate possono insorgere anche a distanza di 40 anni dall’esposizione alle fibre d’amianto. Per questi lavoratori, per le loro famiglie, chiediamo che la Procura verifichi le eventuali responsabilità a carico dei datori di lavoro che hanno operato in Val Basento. Un intervento, quello dei magistrati, che sollecitiamo presentando una denuncia”.
“Il nostro esposto è dettagliato – ha detto l’avvocato Stefano Palmisano, che ha redatto la denuncia – presentiamo una ventina di casi e alcune sentenze che sono già state pronunciate su tale materia in Italia. Queste battaglie processuali sono lunghe e difficili per intraprenderle, e soprattutto per giungere a una fase processuale, avvocati, vittime, parti sociali e medici devono cooperare”.
“Comprendiamo bene – è intervenuto il presidente nazionale di Medicina Democratica Giorgio Duca – quanto sia difficile per i parenti delle vittime essere parti attive in processi che si svolgono a distanza di anni. Si tratta di un’esigenza di giustizia: perché non siano “cittadini malati” che vivono la patologia come esperienza individuale, ma che affermino con forza che nessun altro possa sviluppare malattie per cause professionali”.
L’intero convegno, con gli interventi dei partecipanti e il dibattito scaturito dalle domande del pubblico presente, è stato registrato dal segretario dei Radicali lucani Maurizio Bolognetti. Da lunedì – 15 aprile – sarà possibile ascoltare l’audio integrale sul sito www.radioradicale.it