La psicologa Vera Slepoy – fondatrice insieme a Rosa Gentile del Premio Letterario Nazionale “I Sassi” Matera – e la scrittrice Catena Fiorello dialogano con la giornalista Stella Montano sulle tracce di “Picciridda”, il romanzo d’esordio di Catena Fiorello, in una nuova edizione rivista dall’autrice.
L’evento – organizzato da Confartigianato Donne Impresa e Pro Loco Rotondella, in collaborazione con la Fidas -si svolge venerdì 13 settembre a Rotondella (ore 18,30. Piazza Unità d’Italia sotto il castello Sanseverino). Interverranno inoltre Rosa Gentile e Rosanna Persiani; performace e letture a cura di Le Vorie, Raimbow Dance e Fidas Giovani Rotondella.
“Picciredda” , è la storia di Lucia, figlia di emigrati, che vive con la nonna, burbera e austera in una Sicilia dei primi anni Sessanta, e, come tutti i bambini che non hanno fortuna, anche lei è ”figlia della gallina nera”. Quando i suoi genitori sono emigrati in Germania in cerca di fortuna hanno portato con sé solo il più piccolo dei due figli, affidando ”la grande”, pur sempre picciridda, alla nonna paterna, ma Lucia, indimenticabile portagonista di questo romanzo, non accetta la condizione di una vita fatta di sacrifici e rinunce. Col passare dei mesi però l’esistenza della piccola protagonista si popola di persone e di affetti… Attraverso la voce incredibilmente autentica di una bambina, Catena Fiorello ci regala un romanzo profondo e toccante, che ci parla con intelligenza e passione della sua terra e della sua gente
Il regista siciliano Paolo Licata ha voluto adattare per il grande schermo il romanzo che sarà pronto in autunno mettendoci tutti i colori, i suoni e i profumi della sua terra di origine. Licata racconta la cosiddetta “emigrazione passiva”, ovvero quella di chi è rimasto nel luogo natale e deve fare i conti con il senso di abbandono e l’impossibilità di comunicare con i propri cari partiti, ma traccia anche il ritratto di una comunità in cui una piccirilla è figlia di tutti e tutti a modo loro le si stringono intorno.
Sul paese giganteggia nonna Maria, soprattutto perché la magnifica Lucia Sardo si è cucita addosso il ruolo in modo magistrale: i sentimenti le si leggono in faccia dietro la scorza ruvida e i modi bruschi, e c’è qualcosa di terribilmente affascinante in questa donna che “veste i morti” con cura commovente e vive di orgoglio e indipendenza. In lei c’è tutta una femminilità siciliana combattiva circondata da un contesto di obbedienza a regole declinate al maschile.