A Rotondella si presenta il libro “La vecchia Legnano”

Copertina LA VECCHIA DI LEGNANO

“La vecchia Legnano” è il titolo, fortemente evocativo di questa prova di narrativa, ben riuscita, di Domenico Gullo uscita per l’editore Lupo di Copertino (Lecce).

L’opera verrà presentata a Rotondella venerdì prossimo, nello spazio di piazza Unità d’Italia, alle ore 18.30, in un incontro promosso dall’assessorato alle politiche culturali e scolastiche del centro jonico.

Interverranno, oltre all’autore, Vincenzo Francomano e Maria Cuccarese, Giovanni Pastore (che ha scritto la breve prefazione) e Caroline Miranda Feetam.

“Romanzo Arbereshe”, specifica il sottotitolo, in quanto il microcosmo raccontato è quello di Spezzano Albanese, piccolo centro situato nella provincia di Cosenza, dove l’autore è nato ed ha vissuto la sua adolescenza, prima di emigrare “insieme a tutta la famiglia a Torino, dove attualmente vive e lavora”, mantenendo sempre “un fortissimo legame con la propria regione, legame che ha rappresentato lo stimolo per scrivere della sua terra e della gente di Calabria”.

Il titolo prende spunto dalla gloriosa Legnano, la bici che è stata, mezzo secolo fa, compagna fedele per gli adulti, utilizzata anche, e soprattutto per il lavoro,  e di giochi per i bambini del tempo, sintetizzando nel “pedalare” l’asprezza del percorso, la fatica, il sudore e la dedizione.

Dalle 172 pagine di facile e scorrevole lettura, emerge “la terra dei ricordi” che resta ancora oggi a raccontare di un passato, non molto lontano né molto vicino, se si considerano le trasformazioni profonde, in alcune casi radicali che hanno cambiato l’esistenza nella nostra penisola di milioni di persone.

Ed è un intero paese del Sud, con i suoi poderi intorno e con le sue storie, a rivivere.

“Le atmosfere, i luoghi e gli stati d’animo che Domenico Gullo ha saputo esprimere -ha scritto Giovanni Pastore nella nota di presentazione- sono così ben descritti che, appare chiaro, erano già fortemente impressi nella sua mente e nel suo cuore. Leggerli è come essere di fronte ad un quadro che scorre lentamente, dove si vedono paesaggi e persone procedere nitidamente”. Ed è la terra dell’infanzia, la “terra del ricordo” -dove tutto ha avuto inizio- ad accompagnarci per l’intera esistenza anche perché –è il congedo dell’autore- “il cammino non è ancora terminato; la strada che abbiamo cominciato a percorrere tanti anni fa continua ancora, e sicuramente un giorno finirà laggiù dove tutto è cominciato, dove ancora il vento gioca con i rami degli olivi centenari che a perdita d’occhio si inseguono fino al mare”.

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