"In arrivo le trivelle nello Jonio"

Sono in arrivo le trivelle a largo delle coste del Metapontino: l’avviso pubblico della Shell diffuso con la comunicazione di avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale non è più una ipotetica minaccia per le coste di Nova Siri, Rotondella, Policoro e Scanzano Jonico”.
E’ quanto sostiene il consigliere regionale Nicola Benedetto (IdV) per il quale “dopo aver gridato ‘a lupo’ nelle settimane scorse ed invitato la Giunta Regionale, quella provinciale di Matera e le amministrazioni comunali della fascia ionico-metapontina a non sottovalutare il nuovo allarme lanciato a Venezia, l’8 ottobre scorso, dalla Conferenza internazionale delle Regioni adriatiche e ioniche sul tema della salvaguardia delle coste delle Regioni del Mare Mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare, in merito al pericolo di intensificazione della ricerca petrolifera anche nel Golfo di Taranto, siamo all’ufficializzazione dei programmi di ricerca petrolifera a largo dello Ionio. Dalle notizie ufficiali di fonte Shell la ricerca a largo della costa ionica oltre che metapontina, tarantina, e calabrese, riguarderebbe un’area vastissima di oltre 730 kmq con gravissime ripercussioni oltre che sul turismo, sulla fauna marina e l’attività di pesca”.
Credo – aggiunge Benedetto – che non ci sia più tempo da perdere per raccogliere la mia proposta: è necessario che il Consiglio Regionale della Basilicata aderisca all’iniziativa nata dalla collaborazione tra i Consigli regionali di Puglia e Veneto ed estesa a quelli di Abruzzo, Molise, Marche, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, per contrastare i disegni del Governo secondo cui bisogna intensificare la ricerca nei nostri fondali marini italiani dove ci sarebbero 10,3 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per appena 7 settimane.
Ribadisco che come accade già sulla terraferma lucana perforata da Eni e Total-Shell anche per l’area ionica il “gioco non vale la candela” anzi se la ricerca e l’estrazione sulla terraferma sono un rischio per l’ambiente e la salute e compromettono attività produttive, per lo Ionio mettono a rischio l’attività turistica balneare che registra non pochi e ridotti problemi segnati dall’erosione della costa.
L’approvazione della cosiddetta moratoria, con le perplessità di ordine giuridico-amministrativo non del tutto superate, ovviamente, deve avere validità anche per la ricerca marina.
Le Regioni Puglia, Veneto e Abruzzo hanno già presentato al Parlamento proposte di legge di iniziativa regionale per la moratoria di prospezioni, ricerche e coltivazioni di giacimenti di idrocarburi nelle acque adriatiche e dunque la Regione Basilicata deve fare fronte comune. 
Intanto – dice il consigliere di IdV – prendiamo atto che la grande consultazione annunciata da Premier Monti sulle linee guida della nuova Strategia Energetica Nazionale approvate dal Consiglio dei Ministri, che contiene l’esautoramento, di fatto, di Regioni e Comuni nella valutazione di impatto ambientale per i permessi di ricerca di idrocarburi, non ha coinvolto la nostra Regione e i Comuni del Metapontino secondo la logica che ci vorrebbe imporre il Governo di farci trovare di fronte a fatti compiuti”.

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