È ufficiale, la Provincia di Matera ha avviato la propria azione legale contro le decisioni del governo Monti scegliendo di ricorrere al giudizio del competente Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro la deliberazione del Consiglio dei ministri del 20 luglio, nella quale sono fissati i parametri per il riordino delle Province (almeno 350mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati).
I due soli requisiti stabiliti dalla citata deliberazione non sono sufficienti a giustificare l’abolizione di un ente costituzionale.
I due soli requisiti stabiliti dalla citata deliberazione non sono sufficienti a giustificare l’abolizione di un ente costituzionale.
Al Tar Lazio la Provincia di Matera eccepirà anche vizi di legittimità costituzionale della Legge di conversione n.135 del 2012 in ordine alla abolizione di enti per la quale abolizione è prevista l’iniziativa dei Comuni sentita la Regione.
Il presidente Stella nutre grande fiducia nella magistratura amministrativa e costituzionale che non potranno non considerare anche l’allarme sociale che si verrebbe a creare nelle 31 comunità private, all’improvviso, oltre che della Provincia anche di presidi statali fondamentali: “la nostra provincia ha caratteristiche uniche che poco hanno a che vedere con quantificazioni numeriche. Ospitiamo, tra le altre, l’unica città al mondo dove c’è tutta la storia dell’uomo. Testimonianze che non hanno eguali e che non sarebbero più tutelate.”
Nell’atto deliberativo con il quale viene dato mandato all’ufficio legale dell’Ente, con la consulenza dell’esperto in diritto costituzionale Pietro Ciarlo, di predisporre l’impugnativa contro il Governo, viene sottolineato come il casus belli, ossia il paventato risparmio, sarebbe assente: i servizi al cittadino dovranno comunque essere garantiti attraverso l’attività lavorativa del personale provinciale. Dunque un inutile quanto dannoso provvedimento governativo che l’Amministrazione provinciale di Matera non può accettare.