Ray Mantilla continua a infiammare le platee del mondo con la sua inesauribile carica e gli indiavolati ritmi afro cubani dei quali è maestro indiscusso.
Grande istrione, capace di trasformare i suoi concerti in travolgenti show, il percussionista newyorchese – di origini portoricane – per la prima volta sale sul palco di Argojazz sabato 11 agosto, alle ore 22 e 30 nella piazza antistante il Porto degli Argonauti.
Una vera e propria pagina di storia della musica jazz, visto che Mantilla, soprannominato “mani di fuoco”, oltre a portare con sè più di cinquant’anni di attività, ha contribuito più di tutti a trasportare l’ancestrale suono delle percussioni nel nuovo millennio.
Ha suonato con i migliori sulla piazza, da Charles Mingus a Gato Barbieri, dai Jazz Messengers a Dizzy Gillespie, ma oggi, il quasi ottantenne Mantilla descrive la sua musica semplicemente come “latin jazz con autentici ritmi latini”. L’esuberanza non fa certo difetto a Mantilla.
Nulla di strano, per un musicista come lui abituato a considerare il palcoscenico, oltre che come spazio dell’esecuzione musicale, come vero e proprio luogo di teatro.
Quando prende un assolo o quando incita i suoi musicisti, Mantilla è un grande showman. Anche quando non è seduto dietro le sue congas, Mantilla è un irrefrenabile commediante, che riesce a sorprendere il pubblico con un tocco di divertito esibizionismo.
La musica e lo spettacolo, il ritmo e l’energia hanno scandito oltre quattro decenni di carriera: nonostante fosse già un percussionista di riferimento, Mantilla ha atteso sino alla fine degli anni Settanta prima di dedicarsi con continuità a progetti propri.
La documentazione della carriera di Mantilla come leader inizia infatti nel 1978 con la registrazione di “Mantilla” per la Inner City (il disco è oggi praticamente introvabile).
Ma è nella prima metà degli anni Ottanta, con la creazione della Space Station, che Mantilla si impone come capogruppo. Più recente è poi la creazione della Jazz Tribe: praticamente una formazione all stars.
Oggi a pochi anni dalla morte di Tito Puente, Mantilla continua la tradizione musicale del maestro con una vena latina più jazz e contemporanea.
Oggi a pochi anni dalla morte di Tito Puente, Mantilla continua la tradizione musicale del maestro con una vena latina più jazz e contemporanea.