Il sindaco di Policoro, Rocco Leone, torna sulla questione dialisi all’ospedale di Tinchi. Lo fa attraverso una lettera indirizzata al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella.
Di seguito il testo della missiva:
“Caro Presidente,
faccio appello alla tua coscienza di uomo e di medico.
Quella della dialisi presso l’ex ospedale di Tinchi (perché cosi lo possiamo chiamare) è una questione ignobile, che deve far vergognare la nostra coscienza di uomini quando, per mere questioni di campanile, si oltrepassa l’aspetto scientifico, oltre che umano, e si crea disagio su un intero territorio.
Stamattina mi è capitato di incontrare il genitore di un ragazzo disabile che, oltre a vivere su una sedia a rotelle sin dalla nascita, è anche dializzato.
La mamma mi ha detto, con non poca amarezza, che quando portava il figlio ad effettuare il ciclo di dialisi al Policlinico di Bari era seguita e servita; ed è forte la tentazione della donna di tornare nella città pugliese; anzi, se le cose continuano così, sarà costretta a tornare a Bari.
Questo è un sintomo di malessere del cittadino che vive sulla propria pelle la sofferenza, caro Presidente, non del “comitatino” di turno che difende a spada tratta diritti non so di chi; e mi meraviglio come anche gli organi di stampa, che scrivono su tutto, diano voce a chi urla di più, diventando “grandi assenti” quando c’è da condurre battaglie di civiltà come questa.
Noi abbiamo il dovere morale, politico e, da medici, scientifico, di difendere i diritti della gente, degli utenti, di chi soffre.
Stiamo nascondendo sotto il tappeto le conoscenze scientifiche: sappiamo benissimo che i dializzati sono pazienti multipatologici; è vero, si può fare anche la dialisi domiciliare, ma nei casi iniziali, ma non in quelli cronici o terminali; per quelli multipatologici, sai bene, le Linee Guida dicono che la dialisi deve essere fatta in un centro dove c’è la rianimazione.
Tieni presente, caro Presidente, che io non sto facendo una battaglia per mero campanile. La questione non è Tinchi o Policoro: è un aspetto che mi interessa poco.
Per un fatto di educazione e rispetto nei riguardi del mio amico Sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, non ho mai voluto affondare la lama su questo tema di cosi grande importanza, sperando che quella parte nobile della politica potesse risolvere questo problema.
Ma visto che cosi non è, faccio appello a te, Presidente, all’uomo e al medico: vorrei chiederti di interessarti di questo problema e risolverlo.
Voglio fare questa battaglia, e speriamo di trovare in te un grande alleato, per dare un servizio migliore e dignitoso, civile alla popolazione già provata da questa dura patologia.
Sappi, infine, che molte volte le scelte belle e nobili si fanno mettendo in considerazione che, a breve periodo, si possa perdere un po’ di consenso politico.
Io, al posto tuo, sarei fiero di perdere un po’ di consenso per dare una speranza di qualità di vita dignitoso e civile a questi cittadini”.
“Il Sindaco di Policoro è “ignobilmente” sindaco di quella città. Conosce la verità, ma la manipola a suo piacimento. Fa finta di interessarsi al bene dei pazienti, ma prevale lo spirito folletto del politicante, lui si campanilista e demagogo. Ammette che la dialisi può essere effettuata anche a domicilio, ma adesso si appella alle linee guida per i pazienti multipatologici per i quali “la dialisi deve essere fatta in un centro dove c’è la rianimazione”. Il che non è sempre vero e comunque sa benissimo che l’ASM ha previsto per l’Ospedale di Policoro, pur non essendo dotato di un centro Dialisi, la realizzazione n° 6 posti tecnici per i ricoverati in quella struttura.
Lui queste cose le sa, ma vuole tutto perché la sua logica è la logica del campanile più alto. Non gli interessa il “bene comune”, la sicurezza dei pazienti o i servizi della sanità pubblica. Vuole tutto a Policoro. Purché sia. E’ la logica di un somaro, ci scusi l’equino. Non fa l’interesse delle comunità del metapontino di cui è “ignobile” rappresentante, per usare un suo termine. Se lo facesse capirebbe che a Tinchi, da tanti anni, i cittadini non sono “un comitatino”, ma fanno una battaglia per “la sanità pubblica”. Si battono per gli “Ospedali riuniti del Metapontino”, non per Tinchi e per il campanile. A Tinchi non si è mai lottato contro Policoro, che è un Ospedale per acuti, ma perché funzioni la sanità sul territorio. A Tinchi lottano perché l’Ospedale di Policoro sia un ospedale che funzioni al meglio e dia risposte alle domande di salute di tutti i cittadini del metapontino. A Policoro l’urgenza e l’emergenza, a Tinchi un Ospedale Distrettuale con le sue specificità, senza il quale anche Policoro è a rischio. Se funziona Tinchi funziona Policoro. Non capire che bisognava fare tutti insieme una battaglia comune è mancanza di visione generale, è mancanza di capacità politica, è solo campanilismo. Questo signore non capisce che a Tinchi si lotta anche nell’interesse di Policoro che senza Tinchi sarà presto preso di mira dai futuri interventi di tagli alla sanità pubblica. Il Comitato di Tinchi ha sbagliato a rimuovere lo striscione sul quale, già l’anno scorso, aveva scritto “Leone, Somaro, ci scusi l’equino”.
Comitato Difesa Ospedale di Tinchi