L’iniziativa è cominciata il 12 Maggio scorso e vuole limitare alcuni priveligi dei nostri politici che, non curanti della crisi economica e dei sacrifici chiesti agli elettori, continuano a godere di agevolazioni economiche che per milioni di italiani sono a dir poco “vergognose”.
Me se sono milioni gli italiani che definiscono inconcepibili tali indennità, sono in pochi a conoscere l’esistenza di questo referendum.
Anche a Policoro, presso l’ufficio elettorale del Comune in pochi martedì mattina sapevano di tale possibilità ossia firmare per il Referendum con il quesito, “Volete voi che sia abrogato l’art. 2 della Legge 31 ottobre 1965, n. 1261, determinazione dell’indennità spettante ai membri del Parlamento, pubblicato sulla G.U. del 20 novembre 1965, n.290?”.
La raccolta firme per il referendum contro la Casta è partita il 12 maggio ma finora non è stata molto pubblicizzata da alcune testate nazionali o dalla tv di stato.
Noi di Emmenews, per quello che è il nostro piccolo, vogliamo fare la nostra parte e informare i cittadini che, qualora lo volessero, possono recarsi presso l’ufficio elettorale del Comune di Policoro, così come nei municipi di tutti i centri del Metapontino, e firmare per il referendum.
Ogni cittadino può farlo nel proprio comune di residenza fino al 26 luglio e per raggiungere l’obbiettivo minimo che punta ad abrogare l’articolo, che prevede una indennità a titolo di “rimborso” delle spese di soggiorno a Roma (che ha raggiunto circa 3.500 euro al mese per ogni parlamentare, senza necessità di presentare nè fatture nè scontrini), occorrono almeno 500mila firme.
Il promotore della sottoscrizione è il movimento politico (non è un partito) Unione Popolare, che si definisce “l’alternativa ad uno scenario politico fallimentare, non gode di alcun finanziamento pubblico e provvede in proprio alle spese della campagna referendaria”.
Tutti i cittadini che si lamentano delle indennità dei parlamentari, e dei pochi quasi nulli sacrifici da parte della Casta nonostante il momento di crisi, hanno l’occasione giusta per alzare la voce e, anche se ancora per poco tempo, firmare per il Referendum contro le indennità parlamentari.