Il Coordinamento di Associazioni e Cittadini in Presidio permanente a Pisticci dà atto con soddisfazione all’intero Consiglio comunale, riunitosi il 29 novembre, di aver adottato due delibere che accolgono appieno le richieste avanzate.
Come dimostra la votazione all’unanimità del documento firmato dal Coordinamento delle 34 sigle, di cui è stata data lettura prima che si avviasse la discussione sui punti all’ordine del giorno riguardanti la questione ambientale, la presenza dei volontari nelle piazze negli ultimi 10 giorni ha sicuramente contribuito a creare le condizioni affinché la massima assise cittadina si esprimesse contro lo Sblocca Italia – chiedendo al Governatore lucano Marcello Pittella di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legittimità della Legge 164/2014 – e a favore di un percorso politico di liberazione da certe attività impattanti che insistono in Valbasento, area già pesantemente compromessa dall’eredità industriale del passato.
In quel documento programmatico, le associazioni e i cittadini in presidio hanno posto importanti questioni sull’attività di trattamento reflui industriali presso la società Tecnoparco Valbasento, che ha recentemente subito un parziale stop con l’interdizione per 30 giorni dal primo dicembre delle acque petrolifere provenienti dal COVA di Viggiano, decisa al tavolo regionale del 25 novembre scorso.
Nell’alveo di alcune considerazioni tese a sottolineare che la questione ambientale in Valbasento non è riducibile esclusivamente alla presenza di radionuclidi rilevata dall’Arpab nei campioni prelevati dalle autobotti provenienti da Viggiano e che la presenza di un Sito di Interesse Nazionale da bonificare induce a ritenere più opportuno lo stop definitivo a tutti i reflui esterni smaltiti a Tecnoparco, le richieste del Coordinamento sono state recepite nel deliberato votato all’unanimità, con cui il Consiglio Comunale di Pisticci ha chiesto alla Regione Basilicata (socia di Tecnoparco con il 40% delle quote) di sospendere il trattamento dei reflui non prodotti dalle aziende ricadenti nel perimetro dell’area industriale di Pisticci scalo, impegnando il Sindaco e tutti gli organi comunali ad adottare ogni utile provvedimento finalizzato all’interruzione del conferimento degli stessi.
Dopo aver registrato un primo importante risultato che si inscrive nella dimensione politica, con la forza della comunione di intenti fra istituzioni cittadine e comunità, il Presidio non abbasserà la guardia perché, in attesa degli auspicati atti consequenziali, restano ancora da approfondire alcuni aspetti tecnici dello stop che partirà domani, la cui natura, tra l’altro, potrebbe non essere vincolante, poiché manca un provvedimento ad hoc. Non è chiaro, infatti, quali soggetti saranno preposti al controllo in Valbasento nei prossimi 30 giorni ed in quale maniera potranno vigilare, quali Istituti si occuperanno delle analisi, la tipologia delle stesse e come verranno comunicati i risultati: tutti elementi utili per comprendere la reale efficacia dell’azione intrapresa.
E’ importante, infatti, ottenere da questo primo blocco dei reflui il massimo in termini di risultati e ciò potrà accadere anche riconoscendo ai cittadini e alle associazioni un ruolo attivo, nell’ottica della partecipazione e della trasparenza. E’ stata questa la richiesta del Coordinamento anche in riferimento allo sversamento di petrolio dall’oleodotto Monte Alpi – Taranto in località San Teodoro, di cui si ha notizia dal 14 novembre scorso, che evidenzia l’estrema vulnerabilità dell’intero territorio, attraversato per diversi chilometri dalla rete infrastrutturale che trasporta il petrolio da Viggiano alla raffineria pugliese.
“Questo territorio – si legge nel documento delle associazioni – ha già messo a disposizione con estrema responsabilità e sacrificio il suo bonus ambientale in favore dell’intera Basilicata, pagando un conto salato nell’arco di cinquant’anni vissuti a cavallo fra industrie chimiche ed attività estrattive. Lo sporco di quei lunghi decenni non è nemmeno stato ripulito attraverso un’adeguata azione di bonifica. Eppure su quel quadro già compromesso sono state sovrapposte attività suscettibili di avere un impatto ambientale considerevole. Questa è una contraddizione da rimuovere, attraverso la semplice applicazione del tanto decantato principio di precauzione”.
Il deliberato del Consiglio Comunale di Pisticci avvicina con maggiore chiarezza le posizioni delle istituzioni locali a quelle dei cittadini. Adesso, per continuare a coltivare l’ambizione di un migliore futuro possibile, più sicuro sotto il profilo ambientale e sanitario, occorrerà che le istituzioni di altri livelli recepiscano il messaggio unitario proveniente dal territorio di Pisticci e che quelle locali agiscano con la logica consequenzialità imposta dal dispositivo appena votato.