La Basilicata scende nuovamente in piazza contro il decreto “Sblocca Italia”.
Sono stati più di diecimila i manifestanti che giovedì mattina si sono dati appuntamento a Potenza, davanti alla sede della Regione Basilicata, per protestare contro il decreto e contro le estrazioni petrolifere.
Numerosi anche gli autobus giunti dal Metapontino, con tantissimi studenti delle scuole superiori e i sindaci di diversi comuni ionici.
La data scelta non è stata casuale visto che proprio giovedì pomeriggio era previsto il consiglio regionale che avrebbe dovuto discutere del decreto e della possibilità di impugnarlo davanti alla Corte Costituzionale.
Ci sono stati anche momenti di tensione al momento della relazione del presidente della Regione, Marcello Pittella, che i manifestanti hanno potuto seguire dall’esterno grazie a dei maxischermi.
Alcuni manifestanti hanno lanciato acqua e oggetti contro le forze dell’ordine, chiedendo di essere ammessi nella sala dove era in corso il Consiglio.
La seduta è stata sospesa per riprendere quando è tornata la calma in piazza; durante la sospensione il presidente del Consiglio, Piero Lacorazza, è uscito all’esterno per parlare con i manifestanti e per spiegare che ‘a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori.
A conclusione dei lavori il consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 15 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Udc, Gruppo misto, Psi e Sel e 5 voti contrari di Pdl-Fi, M5s e Lb-Fdi) una risoluzione, proposta da dal capogruppo del Pd Cifarelli che impegna il presidente della Giunta regionale “ad impugnare l’articolo 38 della legge 164/2014 (Sblocca Italia) qualora non vengano ripristinate le prerogative regionali e quindi il principio di leale collaborazione tra Stato, Regioni e Enti Locali in una norma di modifica che potrebbe trovare accoglimento nella legge di stabilità 2015 ovvero nella legge ‘Milleproroghe’”.
Con lo stesso documento il Consiglio fa voti perché il presidente “mantenga aperto il confronto politico / istituzionale con le altre Regioni, i rappresentanti parlamentari del territorio ed il Governo al fine di realizzare un’intesa equilibrata fra Stato, territorio e autonomie locali, per salvaguardare l’interesse della comunità lucana superando la pregiudizievole semplificazione amministrativa del titolo concessorio unico in materia di ricerca e coltivazione degli idrocarburi; riporti all’ambito regionale, nel rispetto delle prerogative, le competenze in materia di Via Via/Vas coinvolgendo, altresì, i Comuni e le Province nelle valutazioni afferenti le modalità ed i limiti di uso e consumo del suolo; si adoperi per accelerare tutti i procedimenti in materia di salvaguardia degli ecosistemi e dell’ambiente, di sicurezza e tutela della salute umana”.
In questa maniera l’assise ha espresso volontà di intervenire ma di fatto ha rinviato la sua decisione di ricorrere fino all’approvazione della legge di stabilità.
Sulla manifestazione intervengono anche le associazioni che vi hanno partecipato, come No Scorie Trisaia“Riprendiamoci la Basilicata è stato lo slogan degli oltre 10.000 in corteo a Potenza – si legge in una nota – provenivano da tute le parti della Basilicata.
Pittella scenda dallo scranno e faccia la volontà dei cittadini e non dei petrolieri, è questa la prima richiesta dei cittadini, quella di impugnare il decreto legge sblocca Italia contro trivelle e inceneritori.
E’ ora di finirla con la speculazione del petrolio sul nostro territorio e sulle nostre economie locali, basta politiche fossili e inquinamento, ma sopra tutto basta cattiva politica. Gli studenti e gli agricoltori, la forza primaria in termini economici della Basilicata chiede a gran voce e con determinazione di voltare pagina in una regione succube delle multinazionali del petrolio e dei rifiuti.
Pittella e il consiglio regionale sono già stati sfiduciati sul decreto sblocca Italia, da 60 comuni lucani che ne chiedono l’impugnazione dinanzi la corte costituzione.
Oggi in Basilicata si è determinati a far cambiare rotta a una politica miope che non è attenta alle istanze dei cittadini prima che a quelle dei petrolieri.
La politica economica e sociale degli ultimi tre presidenti, Bubbico, De filippo e Pittella è sconfessata dai dati Istat e Svimez, in termini di povertà, disoccupazione, emigrazione, spopolamento e disagio sociale presenti in Basilicata .
I numeri della decrescita economica e sociale sono impietosi di fronte alle illusioni e agli illusi del catrame di una classe politica che dimentica il bene comune.
Se Scanzano non ha insegnato nulla a questi soggetti, ha ben ricordato ai cittadini la propria forza e determinazione di cambiare il proprio destino.
Si profila dopo un autunno caldo un inverno caldissimo”.