Tre persone sono state sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari perché accusate di aver adescato, attraverso Facebook, minorenni, pagati per avere rapporti sessuali.
Per altre cinque persone è stato emesso un provvedimento di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli otto indagati sono residenti in varie località del territorio nazionale, due di queste sarebbero del Metapontino.
L’operazione, denominata “Logout” e coordinata dalla Procura di Matera, è stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Policoro.
Secondo quanto si è appreso, le indagini sono cominciate nel 2013, a Nova Siri, dopo la denuncia fatta dalla sorella di un ragazzino, preoccupata da alcuni appuntamenti presi dal fratello con persone adulte conosciute su internet.
Ascoltato dagli investigatori con l’ausilio di una psicologa, il ragazzino avrebbe raccontato di aver conosciuto diverse persone adulte, di aver preso appuntamento e di aver consumato con loro rapporti sessuali.
Tra gli arrestati c’è anche un sacerdote, sospeso “a divinis” ed esonerato dalle funzioni e da ogni attività sacerdotale dal vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro, monsignor Francesco Nolè, il quale ha conferito l’incarico all’avvocato Nicola Gulfo “per l’esperimento di ogni azione a tutela dell’immagini della Diocesi”.
Monsignor Nolè si è detto, in una nota “profondamente sorpreso e addolorato” per quanto accaduto, esprimendo “il primo pensiero di richiesta di perdono e di sostegno morale e spirituale alla vittima e alla sua famiglia, riservandomi di incontrarla al più presto per una vicinanza più concreta e solidale”.
Ha inoltre “invitato i Cristiani della Diocesi a pregare per la sua vittima e per la sua famiglia, per don A. e per tutti noi sacerdoti, perchè il Signore ci mantenga fedeli alla nostra vocazione di servire lui e i fratelli in comunione tra di noi e con una vita coerente al Vangelo”.
(fonte Ansa)