Grazie al Puffer ridotte le colonie di Cydia, moleste per l’agricoltura metapontina

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La sperimentazione “Puffer” ha dato i risultati sperati: si è ridotta nel 2015 la popolazione di Cydia Molesta e in parte di quella Funebrana, insetti nocivi che minano le produzioni agricole. Il sistema utilizzato è quello della confusione sessuale mediante il rilascio di feromone con appositi erogatori installati sulle piante di pesco e albicocco. La tecnica inibisce di fatto l’incontro e l’accoppiamento fra gli insetti che di conseguenza non depongono le larve e non creano le
colonie che attaccherebbero i frutti.
I risultati sono stati presentati a Scanzano Jonico giovedì scorso; a sviluppare la sperimentazione l’Alsia – Agrobios,  partner privati come l’Op Asso Fruit Italia, con 300 aziende associate, e pubblici tra cui il comune di Scanzano Jonico e la regione Basilicata.
Il direttore dell’Alsia, Domenico Romaniello, Arturo Caponero (Servizio Difesa integrata Alsia), e Giovanni Lacertosa (centro di Saggio Agrobios) hanno illustrato alla folta platea i dettagli del progetto spiegando, fra le altre cose, l’importanza dell’osservazione di variabili meteorologiche (la direzione e l’intensità del vento in particolare) per massimizzare i risultati della sperimentazione, così come i tempi dell’erogazione: infatti è necessario diffondere il feromone durante le ore “crepuscolari” quando di fatto avviene l’incontro fra gli insetti.
E’ stato inoltre evidenziato come i Puffer determinano un importante risparmio per le aziende per l’acquisto di agro-farmaci, quindi vantaggi economici e in termini ambientali.
Per l’Op Asso Fruit Italia è intervenuto il direttore generale, Andrea Badursi, che si è soffermato sull’importanza della collaborazione fra enti di ricerca, istituzioni e aziende per il miglioramento qualitativo delle produzioni. “Occorre dare un’identità ben precisa alle nostre produzioni affinché sappiano farsi preferire dai consumatori. In questi mesi abbiamo presentato diverse iniziative che mettono in evidenza il lavoro svolto sul campo della sostenibilità: abbiamo certificato l’impronta di carbonio, stiamo lavorando intensamente sul risparmio della risorsa idrica, in questa direzione è andata la nostra presenza, pochi mesi fa, a Creta al Forum internazionale dedicato all’acqua. Queste strategie rispondono alla doppia esigenza di preservare l’ecosistema e dare ‘crediti’ in più alle
nostre produzioni rispetto alle altre. Al consumatore finale occorre dare sempre un motivo in più per scegliere un prodotto anziché un altro, ed è questa la via che le aziende agricole contemporanee hanno l’obbligo di percorrere. E’ questo che stiamo facendo con i nostri associati”. Badursi ha infine rimarcato, rivolgendosi all’assessore regionale all’Agricoltura Luca Braia, intervenuto al dibattito, l’esigenza di dotare delle infrastrutture necessarie perché ai produttori del Mezzogiorno costa il doppio spedire i prodotti nel Nord Europa rispetto a quello che pagano le aziende del Settentrione. A tal proposito, il direttore generale ha espresso parere molto favorevole all’idea proposta da Braia di creare la piattaforma logistica a Ferrandina, a poche decine di chilometri dal Metapontino e molto ben collegata con il porto di Taranto. Badursi, infine, nel parlare dell’importanza della comunicazione e delle strategie di marketing efficaci, ha fatto riferimento all’operazione Candonga Frangola Top Quality®, qualità molto pregiata prodotta nel Metapontino e dalla maggior parte delle aziende lucane associate AFI.
Ad offrire il proprio contributo al dibattito, il parlamentare Cosimo Latronico, in qualità di primo firmatario del progetto che mira all’istituzione, nel Metapontino, del Parco della Magna Grecia: “per dare una risposta alle esigenze culturali ed ambientali del Metapontino e stimolare la sperimentazione di forme di gestione associata dell’area con il coinvolgimento dei comuni”.
Nelle sue conclusioni, l’assessore Braia ha detto: “Abbiamo approvato la programmazione (Psr), tutto ció si trasformerà in bandi. L’obiettivo è recuperare il vantaggio competitivo. Nel Psr la linea guida è quella di una visione precisa: produrre di più consumando meno suolo, acqua, atmosfera. Le scelte da compiere vanno in questa direzione: una Basilicata rurale, verde e sostenibile”.

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