Produrre più cibo abbattendo drasticamente il ricorso alle risorse produttive, ciò significa rispettare l’ecosistema, contenere la desertificazione e arricchire il valore delle produzioni che con le certificazioni accrescono il loro appeal sui mercati nazionali e esteri.
In questa cornice si inquadra il progetto Life AgroClimaWater che prevede l’uso razionale della risorsa idrica attraverso le buone pratiche agricole, l’immagazzinamento dell’acqua piovana e il riuso (anche) delle acque reflue urbane depurate. Sono stati questi gli argomenti sviluppati nel corso del workshop, a cui hanno aderito numerosi produttori e addetti ai lavori, che si è svolto sabato a Policoro e che ha visti impegnati i partner dell’iniziativa Asso Fruit Italia, Op con sede a Scanzano che aggrega 300 produttori fra Basilicata, Puglia, Calabria, Lazio e Piemonte, l’Università di Basilicata (Dicem), e la collaborazione lo spin off universitario Agreenment srl.
Dieci i campi pilota individuati nel Metapontino (bacino Agri: Scanzano, Craco, Policoro, Montalbano, Colobraro, Tursi ), il progetto Life si lega al nuovo Psr e agli obiettivi in esso previsti, infatti il 50% della dotazione finanziaria della programmazione è destinata proprio ai “pagamenti ambientali”.
Saluto affidato ad Andrea Badursi, direttore generale di Asso Fruit Italia: “La nostra Op partecipa fattivamente al progetto. Il nostro è un investimento sul bene acqua. Siamo convinti che con questa ulteriore certificazione i nostri produttori avranno un elemento in più di valorizzazione delle produzioni in termini di commercializzazione. Come è noto, abbiamo seguito un percorso simile, con partner di rilievo come l’UniBas e lo spin off accademico, Agreenment, per l’ottenimento della Carbon Footprint che riguarda le emissioni di CO2 e il conseguente controllo e abbattimento delle stesse in tutto il ciclo produttivo”.
Il professor Cristos Xiloyannis (UniBas) si è soffermato invece sull’importanza di valorizzare l’impegno di quelle aziende che puntano sulla sostenibilità alle quali deve essere riconosciuta, attraverso precise politiche agricole, la giusta remunerazione.
“Oggi un’altra testimonianza di come il rapporto fra l’Università di Basilicata e Asso Fruit Italia va crescendo – ha commentato Bartolomeo Dichio, professore Università della Basilicata (DICEM) – Life che vede coinvolti anche partner greci, riguarda i cambiamenti climatici, quindi la carenza di risorsa idrica per l’agricoltura e altri settori produttivi. L’obiettivo è quello di massimizzare l’efficienza idrica dei sistemi agricoli, in particolare quelli frutticoli. Per fare un esempio, abbiamo un metro cubo di acqua e dobbiamo ottenere la massima resa in termini di produzione, nel contempo dobbiamo rispettare l’ambiente evitando la lisciviazione dei nitrati, aumentare la capacità di immagazzinamento di acqua piovana. Efficienza idrica per rendere l’agricoltura più resiliente ai cambiamenti climatici. Il progetto predisporrà le aziende associate ad Asso Fruit Italia per la certificazione European Water Stewardship, che riguarda l’intero processo produttivo, e l’ottenimento dell’etichetta ambientale che attesta l’adozione di pratiche di gestione sostenibile dell’acqua”.
“Produrre più cibo consumando meno ambiente – ha detto Luca Braia, assessore regionale all’agricoltura – questa è l’indicazione che viene dall’Europa e che anima anche lo stesso Psr. Come regione cercheremo di essere la prima nel Mezzogiorno a dare il via ai bandi per l’attuazione del Psr. La fase preliminare è già a buon punto; siamo nei tempi. Misure ad hoc per chi innova sul fronte della sostenibilità”.