Soppresse le corse domenicali dal Materano per lo stabilimento Fiat di Melfi, protesta della Fim Cisl

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 È un vero e proprio paradosso quello che stanno vivendo i lavoratori del materano che ogni giorno si recano in Fca e nelle aziende dell’indotto di Melfi.
Mentre la fabbrica macina record di vendite, la Provincia di Matera taglia le corse domenicali dei pullman.
A denunciare il disservizio è un gruppo di lavoratori iscritti alla Fim Cisl che utilizzano la linea Tricarico-Melfi.
Il vettore Tito ha comunicato che le corse domenicali delle 3:45 e delle 12:45 non saranno effettuate perché la Provincia di Matera non ha rilasciato l’autorizzazione.
Sarà garantita solo la cosa domenicale delle 19:45 in partenza da Tricarico e delle 22:10 in partenza da Melfi.
Anche il vettore Grassani ha comunicato la sospensione, per lo stesso motivo, di molte corse domenicali al servizio dei lavoratori del territorio materano. Morale della favola: i dipendenti di Fca e dell’indotto dovranno mettersi in macchina per raggiungere Melfi nei turni domenicali, con tutto quello che ne consegue in termini di sicurezza e stress, anche in considerazione dello stato fatiscente di molte strade. Disagi nel sistema dei trasporti al servizio del polo industriale di Melfi si sono registrati anche in passato, non ultimo, lo scorso anno, il caso dei bus strapieni sulla linea Potenza-Melfi, a seguito delle nuove assunzioni e del mancato adeguamento delle corse.
Per la Fim Cisl “ancora una volta si dimostra la mancanza di sincronismo tra le istituzioni locali e la più importante fabbrica del Mezzogiorno, nonché polo di eccellenza dell’industria automobilistica mondiale. È grave – secondo il sindacato – che mentre i lavoratori, con grandi sacrifici, decidono di restare nei loro paesi per contribuire alla crescita e allo sviluppo delle aree interne della regione, falcidiate dalla disoccupazione e dalla povertà, la Provincia di Matera costringa i vettori a tagliare le corse domenicali e i lavoratori ad utilizzare le proprie auto per raggiungere Melfi. Tutto ciò è davvero paradossale. Il futuro della Basilicata – continua il sindacato – non può dipendere unicamente dagli investimenti privati, ma ha bisogno di rinnovate e più efficaci politiche pubbliche, dalla formazione, alla ricerca, ai trasporti, da parte della Regione Basilicata e delle due Province per consolidare la presenza nel territorio lucano dei grandi gruppi industriali e attrarre nuovi investitori produttivi e posti di lavoro”.

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