“La vertenza dei 56 lavoratori del Cup di Matera non può dirsi conclusa”.
Lo sostengono, in un comunicato stampa, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Matera Taratufolo, Amatulli e Coppola e quelli Film, Fiom e Uilm Matera, Agnese, Cotrufo e Mangieri, i quali confermano “lo stato di agitazione dei lavoratori” e chiedono un incontro urgente alla Direzione territoriale del Lavoro.
“In data 9 febbraio – si legge nella nota – l’incontro in Regione ha fissato un paletto importante conseguente anche alla trattativa tenutasi in Prefettura in data 4 febbraio il cui esito, contenuto in apposito verbale, consegnava al tavolo regionale una proposta di mediazione sindacale consistente nella disponibilità di riduzione oraria, a carico dei 56 lavoratori, nella misura non superiore al 10%.
La vertenza però non può dirsi risolta in maniera definitiva.
A tale risultato, doveva conseguire un confronto fra le parti (azienda, ASM e sindacati) per definire gli aspetti formali del passaggio: taglio lineare delle ore a carico di tutti i lavoratori nella misura del 10% e armonizzazione dei diritti maturati dai lavoratori coll’esigenza aziendale di modificare il settore del CCNL da applicare (da metalmeccanico a Multiservizi).
L’azienda sta procedendo in data odierna in maniera unilaterale e senza preventivo confronto con le parti sociali che questa mattina sono state ricevute da CONFAPI Matera rispetto alle richieste da consegnare all’azienda così riassumibili: il taglio delle ore contrattuali dei lavoratori deve essere pari al 10% per tutti i rapporti di lavoro e il maggiore importo della retribuzione riveniente dall’applicazione del CCNL Multiservizi deve essere imputato come superminimo non assorbibile.
IL Sindacato è fortemente preoccupato per l’atteggiamento aziendale che, evitando il confronto su criteri chiari e trasparenti su cui fondare l’armonizzazione, sta procedendo a sua discrezione e ciò non è certo rispettoso delle corrette relazioni sindacali oltre che degli impegni assunti sui tavoli istituzionali.
IL Sindacato, facendosi interprete della agitazione fra i lavoratori costretti oggi a firmare contratti di lavoro senza che ci sia stato un confronto preventivo, ritiene necessario un incontro urgente presso la Direzione territoriale del Lavoro di Matera per mettere fine alla unilateralità aziendale circa il processo di armonizzazione che deve avvenire in maniera condivisa ma soprattutto nel rispetto dei diritti maturati dai lavoratori: riconoscere le differenze retributive rivenienti dal cambio di settore contrattuale in un superminino assorbibile equivale ad azzerare i diritti in capo ai lavoratori dal punto di vista delle retribuzioni maturate negli anni.
L’azienda in questo modo recupera, a spese dei lavoratori, il 15% di quanto aveva garantito di farsi carico. Di fronte a ciò Regione e ASM non possono restare indifferenti.
Questo inoltre mette in discussione comunque il rispetto della clausola sociale che non ha come fine la sola salvaguardia della occupazione ma anche la conservazione dei diritti maturati dai lavoratori negli anni di lavoro su questo appalto.
E fa risultare chiaro che il ribasso del capitolato di appalto determina una contraddizione a spese esclusive dei lavoratori: assicurare servizi riconoscendo meno ore e meno diritti.
Si sta cioè procedendo ad una interpretazione molto restrittiva e non appropriata del concetto di clausola sociale e soprattutto si sta scaricando sui lavoratori l’intera percentuale del 25% e non solo il 10% stabilito sul tavolo prefettizio e regionale.
IL Sindacato richiama tutte le parti coinvolte, Regione e Asm Matera, a prestare attenzione su quanto si sta determinando poiché l’urgenza di subentrare sta forzando situazioni che non sono rispettose di quanto concordato sul tavolo regionale circa la ripartizione dei sacrifici : 10% ai lavoratori e 15% all’azienda.
Da quanto si sta verificando, il 25% graverà, a breve termine, interamente sui lavoratori.
Per questo si conferma lo stato di agitazione dei lavoratori e si chiede incontro urgente alla Direzione Territoriale del Lavoro”.