Non si lascia andare a molti commenti Olimpia Fuina, la mamma di Luca Orioli, il giovane trovato morto insieme alla sua fidanzata Marirosa Andreotta, la notte del 23 marzo 1988, dopo aver appreso la notizia che la Procura di Matera ha dato il via libera per la perizia sui vestiti del ragazzo.
I vestiti furono ritrovati nell’ottobre scorso, in un locale dell’università la “Sapienza” di Roma.
“Il fatto che la Procura abbia dato l’ok per la perizia sugli abiti è certamente una buona notizia ma lo vedo purtroppo come un atto dovuto.
I vestiti furono ritrovati nell’ottobre scorso, in un locale dell’università la “Sapienza” di Roma.
“Il fatto che la Procura abbia dato l’ok per la perizia sugli abiti è certamente una buona notizia ma lo vedo purtroppo come un atto dovuto.
Ua buona notizia lo sarà davvero – dichiara Olimpia Fuina contattata telefonicamente – quando ci saranno i risultati, se mai questi risultati arriveranno”. “Io continuerò a lottare – conclude Olimpia – fin quando non conoscerò la verità su quella terribile notte.
Vedremo cosa succederà”
Vedremo cosa succederà”
La Procura della Repubblica di Matera ha, dunque , autorizzato l’analisi dei vestiti di Luca Orioli e Marirosa Andreotta che furono ritrovati in una scatola in un locale dell’Università “La Sapienza” di Roma dove venne effettuata la prima autopsia effettuata sui corpi dei due giovani nel 1996.
La perizia sugli abiti inizierà il 3 Maggio prossimo e saranno i Ris di Roma ad effettuarla incaricati dalla Procura Materana.
La famiglia Orioli, lo ricordiamo, si rifiutò di riconoscere gli indumenti di Luca quando questi vennero inviati al Commissariato di Scanzano Jonico reputato un luogo non idoneo per controllare reperti così importanti per il caso, poiché il luogo adatto per la famiglia di Luca sarebbe stato un istituto di medicina legale.
La perizia sugli abiti inizierà il 3 Maggio prossimo e saranno i Ris di Roma ad effettuarla incaricati dalla Procura Materana.
La famiglia Orioli, lo ricordiamo, si rifiutò di riconoscere gli indumenti di Luca quando questi vennero inviati al Commissariato di Scanzano Jonico reputato un luogo non idoneo per controllare reperti così importanti per il caso, poiché il luogo adatto per la famiglia di Luca sarebbe stato un istituto di medicina legale.