“La vicenda petrolio nella nostra regione ha generato uno strano clima, accrescendo il disprezzo dei cittadini nei confronti della politica e di chi la rappresenta, ma ancor più nei confronti del Partito Democratico, che guida e governa la Basilicata da lungo tempo. Personalmente avevo già annunciato il mio sostegno al Sì per il prossimo referendum del 17 aprile ed avevo anche espresso disapprovazione per quanti, nel mio partito, facessero appello all’astensionismo. Sono molto contento delle dichiarazioni ultime del leader della minoranza del Pd, Roberto Speranza, che voterà Sì per lanciare il messaggio di un nuovo modello di sviluppo in cui il fossile venga un po’ alla volta superato e si provi a puntare sulle risorse rinnovabili”.
E’ il commento di Gianluca Marrese, capogruppo del Partito Democratico in seno al consiglio comunale di Policoro
“Partendo proprio da questa mia constatazione – prosegue Marrese – credo di poter rappresentare lo stato d’animo di tanti militanti, amministratori e dirigenti politici del Pd sui vari territori, che sicuramente avvertono il mio stesso sgomento e il rischio concreto di essere accomunati per riflesso nella vicenda, per la sola ragione di essere iscritti al Pd. Mi auguro che a questa logica si ribellino e reagiscano con forza.
Questo mio imbarazzo scaturisce dal silenzio assordante del mio partito, che sempre con onore ed orgoglio ho voluto rappresentare nella mia comunità come capogruppo in consiglio comunale e come candidato sindaco alle scorse amministrative. Sono convinto che sia arrivato il momento di aprire una discussione seria ed approfondita su una vicenda che segnerà ed ha segnato la nostra regione e la vita di tanti lucani.
Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie e delle responsabilità, che se provate vanno condannate con nettezza, non possiamo, però, come comunità politica, non aprire una riflessione sul rischio concreto di disastro ambientale al nostro territorio da parte di quattro sciagurati che hanno attentato alla nostra salute. È quanto mai necessaria oggi una reazione fortissima del Partito Democratico, che non può consentire che avvengano fatti di questa gravità, qualora fossero veri.
Non condivido minimamente l’invito che il nostro segretario Matteo Renzi nell’ultima direzione nazionale del Pd ha fatto all’ENI ad andare avanti. Se ha il coraggio, lo venisse a dire ai lucani, le uniche vere vittime di questa vicenda. Al presidente Pittella ed allo stesso Renzi vorrei dire che se si accertassero questi fatti, di siffatta gravità, queste compagnie, che hanno tradito la Basilicata, devono cambiare atteggiamento e rispettare i più alti standard nei controlli e nella sicurezza. Se questo non avvenisse, sarebbe meglio, che lasciassero la nostra regione.
Proprio per questo ritengo giuste e necessarie le iniziative messe in campo dal segretario provinciale di Potenza Antonello Molinari e quella già annunciata del segretario provinciale di Matera, Pasquale Bellitti, con il quale ho condiviso una serissima riflessione sulla vicenda ed altresì sulla richiesta forte di un partito più aperto con la convocazione immediata dell’assemblea. Il Pd, che va inteso come comunità, non è proprietà di nessuno e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere per nome e per conto di tutti. È necessario discutere e se necessario convocare anche un congresso.
Noi amministratori locali e dirigenti politici del PD siamo i primi a prendere le distanze da questa vicenda sul petrolio e rimarco con forza questa posizione perché non riguarda tutto il Pd indistintamente. Rimandiamo al mittente la logica per la quale “tutti sono uguali” e su questo punto non esiste logica o disciplina di partito che tenga. Mi auguro, infine, che chi rappresenta il nostro partito nelle istituzioni, sia pronto a reagire duramente contro chi mina la nostra terra e la nostra salute.
Lo dobbiamo ai lucani, alla Basilicata, alle nostre comunità”.