E’ da qualche anno che si sta interessando di progetti cinematografici collaborando con importanti associazioni di cinema e personalità del mondo della celluloide.
L’idea del docufilm nasce dopo aver vissuto un’entusiasmante esperienza nel Vulture, durante la realizzazione di un documentario sulla vendemmia notturna praticata nei vigneti e nelle cantine “Terra dei re” dei fratelli Leone.
In quell’occasione Gaetano Russo è entrato in contatto con l’associazione Equiturismo Italia che da molti anni è riuscita a consolidare un’esperienza unica: aggregare decine di amanti dell’equitazione in un trekking che esplora un vasto territorio posto tra le sponde dell’Adriatico e del Tirreno.
Questa già di per se interessante iniziativa diventa per Russo un intrigante pretesto per confezionare un interessante progetto audiovisivo che permetta ad un vasto pubblico di vedere un territorio morfologicamente vario e straordinariamente bello.
L’intenzione, secondo quanto dichiarato dal regista, è quella di“coinvolgere numerosi comuni della Basilicata e affacciarsi nelle regioni limitrofe, rivendicando in tal modo un’origine comune che rifiuta una geografia di confini per affermare una geopoetica”.
Dalla nostra conversazione con Russo si percepisce la volontà di immergere lo spettatore in una sorta di “dimensione parallela dove i percorsi avvincenti e gli scenari emozionanti diventano teatro di evocazioni suggestive, dei veri e propri luoghi della mente e del cuore in cui ritrovare le proprie radici”.
L’ambizione è quella di dar vita ad “un’alchimia perfetta in cui l’incanto di questi meravigliosi luoghi si fonde con fuggevoli apparizioni di importanti figure storiche che hanno permeato le nostre terre di vissuto plasmando in profondità la realtà culturale”.
La stessa scelta di riscoprire questi luoghi di contemplazione ricorrendo al cavallo non è affatto casuale.
Questo è l’animale straordinario, compagno da millenni della storia umana che, nelle parole di Gaetano Russo “permette di vedere e percepire il nostro territorio in un modo altrimenti impossibile regalandoci sensazioni impagabili”.
Il cavallo diverrà, nelle mani dell’artista lucano, uno strumento vivo per descrivere l’anima di un territorio e per aprire finestre sulle comunità autoctone.
Tra i numerosi sostenitori del progetto si incontrano importanti personalità dell’industria cinematografica e televisiva come Luciano Scipioni di Rai Fiction, il giornalista greco e da sempre vicino al mondo dei cavalli Teodoro Sdroulias, il musicista e autore di colonne sonore Giuseppe Zambon, il regista Prospero Bentivenga e tutto l’entourage di Ichnos Network project HD.
Quest’ultimo gruppo, di cui è peraltro responsabile creativo lo stesso Russo, oltre ad essere riuscito a suscitare grande interesse mediatico con la distribuzione europea di Wilde Salomè di Al Pacino, attraverso la digitalizzazione delle sale cinematografiche di cui è promotore assicurerà al docufilm grande visibilità.