Agricoltura sociale e quindi “Orti sociali” che ne sono espressione, e poi acqua e impiego razionale della stessa, e infine etica del lavoro, sono stati i temi trattati dal panel di lavoro “Coltivare qualità: agricoltura per il benessere” presieduto da Andrea Badursi (presidente Fedagri Basilicata) e a cui hanno partecipato, fra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Braia, Francesco Battifarano, imprenditore vitivinicolo e presidente Confagricoltura Basilicata, Nicola Minichino, presidente Copagri, Rudy Marranchelli, Agia Cia, il professor Bartolomeo Di Chio, Università della Basilicata (DiCEM)
Il dibattito – nell’ambito della convention annuale, “Resilienza e CooperAzione”, promossa e organizzata da Confcooperative – sollecitato dalle proposte di Badursi, si è rivelato proficuo e carico di spunti che si sono poi trasformati in proposta rivolta alla Regione Basilicata.
“L’orto sociale – ha spiegato Badursi – importante espressione di quella che più genericamente è riconosciuta come agricoltura sociale, rappresenta una straordinaria opportunità di crescita per i contesti urbani piccoli e grandi che siano. Accogliamo con ottimismo la proposta del professor Di Chio di un Parco Botanico a Matera che si trasformerebbe in reale testimonianza dell’Agricoltura urbana sostenibile.
Gli orti sociali si sono diffusi su scala nazionale, presentano numerose sfaccettature come testimoniamo le esperienze già avviate in Italia e alcune riportate e discusse anche nel corso del gruppo di lavoro a cui hanno partecipato rappresentanti di cooperative sociali, produttori, aziende che si occupano della trasformazione e figure professionali specifiche impegnate nel campo del sociale.
Vogliamo che gli orti sociali si trasformino in realtà sempre più diffusa in Basilicata con l’aiuto dei semplici cittadini, delle aziende agricole, delle istituzioni, l’Università e centri di ricerca accreditati e i tecnici. Inoltre, gli orti consento di realizzare in modo molto efficace il concetto ‘a centimetro zero”, mettendo a sistema l’agricoltura biologica nelle sue forme più avanzate e che non prevedono il ricorso a pesticidi con abbattimento dei costi per i consumatori finali a tutto vantaggio della qualità. Riteniamo infine, che con questi strumenti si possa pensare anche al coinvolgimento delle scuole, nel senso che diventino auto-sufficienti per esempio nella forniture di frutta e vegetali per quanto riguarda le mense, si evita così la logica del massimo ribasso nell’aggiudicazione di un certo tipo di forniture. Sarebbe questa una scommessa avvincente”.
Rispetto all’acqua e al suo impiego razionale e all’etica, Badursi ha detto: “Il sistema agricolo contemporaneo, quello che produce reddito d’impresa e che vuole essere competitivo già da tempo fa i conti con il problema della desertificazione da cui purtroppo anche la Basilicata non è esente. A tal proposito chiediamo un impegno delle istituzioni regionali e degli assessorati all’Agricoltura dei comuni lucani affinché si facciano carico di promuovere nei territori di competenza iniziative di sensibilizzazioni”.
Sono mirabili gli sforzi fatti negli ultimi anni da parte delle Forze dell’Ordine – ha concluso Badursi parlando di etica – sempre molto attente a prevenire, e quando serve a reprimere, fenomeni di lavoro irregolare. Noi proponiamo l’istituzione di un registro regionale che riporti le aziende che hanno scelto certificazioni volontarie etiche, affinché sia data visibilità a quelle realtà produttive che valorizzano e tutelano le persone e dunque il lavoro”.
A completare il confronto la visita del sito di trasformazione Orogel a Policoro, realtà molto ben strutturata.
La delegazione è stata accompagnato dal direttore, Gianmario Massocchi che ha preso parte attiva al confronto.