Al Ce.C.A.M. di Marconia, sabato 21 ottobre dalle ore 18:30 si terrà la presentazione del libro di Felice Lafranceschina e Daniela Servidone “La felicità senza internet” (Neos Edizioni-2016- Torino).
Introdurrà Giovanni Di Lena, presidente del Ce.CA.M.; interverranno Giuseppina Lo Massaro (Presidente Unitre di Marconia) e Pino Lettini (assessore al Bilancio del comune di Pisticci).
Sarà presente il coautore del libro, Felice Lafranceschina, originario di Ferrandina e residente da molti anni a Torino dove svolge la professione di ingegnere. E’ stato tra i fondatori dell’associazione “Carlo Levi” ed è presidente del “Centro Culturale Lucano”.
Ha diretto per più di vent’anni la compagnia umoristica dello Skander Teatro. Ha pubblicato: I cattolici e la sinistra (Assisi 1977); Carlo Levi, la Basilicata e il terremoto (Torino 1982); A piedi sul Pollino (Francavilla 1991); Trenta giorni di nave a vapore (Potenza 1991); la felicità da Epicuro a Marx (Torino 2008); Ciarlatani di sempre (Torino 2010) e Men che schiavo (Potenza 2013).
Daniela Emilia Servidone, l’altra coautrice (non presente alla presentazione di Marconia), nata a Cuneo ma vive a Torino dove fa l’Antropoanalista ed è socio onorario della SGAI (Società Gruppo Analitica Italiana), è un medico, una sessuologa e una terapeuta che ha scelto di occuparsi proprio della Felicità e dal sollievo dal dolore. Scrittrice esordiente, il suo racconto “La Spigolatrice di Sapri” è stato pubblicato sulla rivista di Antropoanalisi della SGAI.
“La felicità senza internet” è un testo che contiene ventuno paragrafi-riflessioni sulla giustizia e la felicità. Si tratta di una disamina storico – filosofica che parte dalla Grecia Classica, culla del pensiero occidentale, per arrivare all’attualità, periodo in cui la Grecia attraversa per una serie di motivi politici-economici una crisi sociale mai verificatasi nella storia di Stato democratico. E tutto ciò malgrado la società del benessere si sia estesa, la ricchezza sia stata ridistribuita ed estinta un “Welfare State” ancora in piedi. Quali le cause? Gli autori sviluppano analisi e interpretazioni chiamando a rispondere anche la politica dell’Unione Europea e in particolare la politica economica tedesca.
Di fatto gli antichi Greci se ne intendevano: il fine ultimo dell’uomo era la felicità, intesa come Bene e Giustizia, tranquillità dell’animo, non turbato dai timori e dalle passioni. L’assenza di turbamenti ai giorni nostri è sufficiente a mantenerci felici, possiamo accontentarci ? Forse si, perché la Felicità come dice Totò <<Non esiste e se esiste coincide con i momenti in cui ci dimentichiamo dei mali dei dolori e delle sofferenze>>.
“Ciascuno ha da portare una Croce e la felicità, creda a me non esiste. Forse esistono momenti minuscoli di felicità e sono quelli durante il quale si dimenticano le brutte cose. La felicità è fatta di attimi di dimenticanza. Se è vero che tormenti e sofferenze fanno parte di questo mondo, sarebbe bello che questi attimi durassero all’infinito, ma sarebbe ancor più bello che la nostra gioia si specchiasse in quella degli altri e tutti ne potessimo gioire, e come specchio l’uno a l’altro rende (Purgatorio XV).