“Se non si sblocca l’annosa questione della bonifica, non ci sarà alcun futuro per le aree industriali di Tito e della Valbasento e l’unica prospettiva per migliaia di disoccupati lucani sarà emigrare”.
A sostenerlo è il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella, che sollecita un atto chiarificatore da parte del governo regionale sulle risorse e sullo stato di avanzamento del programma di bonifica.
“Il risanamento ambientale dei due siti di interesse nazionale – spiega il sindacalista – è una precondizione per poter recuperare alla piena operatività le due aree industriali e mettere in campo un piano di ripopolamento produttivo e occupazionale. Mi chiedo a cosa serva ragionare di zone economiche speciali e di industria 4.0 – continua Carella – se nella nostra regione mancano i requisiti fondamentali per attrarre nuovi investimenti e consolidare il debole tessuto imprenditoriale esistente. In tal senso la mancata bonifica dei Sin, unita alle difficoltà in cui si dibatte da tempo il consorzio industriale di Potenza, rappresenta un oggettivo freno allo sviluppo e al rilancio del settore industriale nella nostra regione. La sfida è attrarre nella nostra desolata regione – conclude il sindacalista della Femca – progetti industriali di qualità a basso impatto ambientale ed elevato contenuto tecnologico in grado di dare una risposta concreta alla fame di lavoro”.