Alluvione: Cabina di Regia decide utilizzo del fondi

Utilizzare i quattordici milioni e mezzo dell’Ordinanza sull’Emergenza alluvione dello scorso primo marzo per interventi di completamento dei lavori eseguiti dall’Esercito, interventi in corrispondenza di punti critici per il livello di rischio associati alla presenza di infrastrutture, per rimuovere punti critici puntuali di particolare rilevanza e per potenziare la rete di monitoraggio pluviometrica, e, parallelamente, procedere celermente nella quantificazione dei danni causati dalle alluvioni. 

E’ il metodo proposto dal presidente della regione Vito De Filippo (nella veste di commissario delegato all’emergenza) e dall’assessore alle Infrastrutture Rosa Gentile (che da De Filippo ha ricevuto la delega a commissario vicario) per procedere dopo l’emissione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che lo scorso 25 novembre ha affiancato sette milioni di euro di risorse statali ai sette milioni e mezzo già individuati dalla Regione.

La proposta è stata portata venerdì mattina alla “cabina di regia” sull’alluvione che si è riunita presso la sala della Giunta Regionale proprio per decidere come procedere. 
“In questa prima fase – ha spiegato De Filippo – dobbiamo lavorare con celerità per il ripristino delle infrastrutture e la rimozione dei principali rischi e, nel termine di quarantacinque giorni assegnato dall’ordinanza dobbiamo procedere alla trasmissione della quantificazione dei danni subiti da sistema produttivo e cittadini, per poi lavorare a trovare risorse necessaria a intervenire anche su questo fronte”.

L’assessore Gentile ha illustrato i criteri delle priorità che la Regione ha sottoposto alla concertazione con i vari componenti del tavolo. 
“L’esercito – ha detto – nella fase della prima emergenza ha fatto ripristini provvisori che corrono il rischio di essere vanificati se non si procede all’ultimazione. 
Sulle intersezioni con le infrastrutture stiamo già lavorando con le diverse amministrazioni interessate, dall’Anas a Trenitalia, per rimuovere le criticità che si possono creare in caso di fenomeni alluvionali e dobbiamo portare avanti il lavoro. Quanto alle criticità, teniamo in considerazione i 211 punti individuati nei giorni dell’emergenza con il sistema satellitare Skymed e lavoriamo per priorità, tenendo presente innanzitutto il rischio per l’incolumità della gente e poi i rischi per il territorio. 
E in questa attività stiamo cercando di utilizzare le risorse dell’ordinanza in parallelo con quelle già previste dal precedente accordo di programma sul dissesto idrogeologico, in modo da mettere in campo quanti più interventi possibile. 
Ma dei 35 milioni dell’accordo di programma, che riguarda tutta la Basilicata, al momento possiamo contare solo sui 7 milioni messi dalla Regione e sulla promessa di prossima attivazione di 4 milioni e mezzo sui 28 che toccavano al Governo”.

Il totale degli interventi programmati, a valere sui fondi dell’ordinanza ammontano a 11 milioni e 700mila euro, a cui vanno a sommarsi un milione e 169 mila euro da rimborsare ai comuni per interventi posti in essere a carico del proprio bilancio (a cui si sommeranno altri in via di rendicontazione), e un milione e 600mila euro di interventi già effettuati a spese della Regione. 
Insomma, i soldi dell’ordinanza per l’emergenza sono praticamente tutti impegnati e ora bisogna concentrarsi sul lavoro da fare per la quantificazione dei danni al fine di chiedere risorse per il ristoro.

Unanime, da parte delle diverse realtà rappresentate al tavolo (le confederazioni agricole, il Comitato terre Ioniche, le rappresentanze dell’imprenditoria turistica le amministrazioni locali) il riconoscimento nei confronti del presidente De Filippo e dell’assessore Gentile per il lavoro condotto fino all’ottenimento dell’ordinanza che, “ha sottolineato Gianni Fabris del comitato Terre Joniche, “da otto mesi a questa parte, pur in presenza di sei eventi alluvionali, è stata emanata solo per due regioni, Piemonte e Basilicata, e solo per la Basilicata senza che si procedesse all’aumento della tassazione ai cittadini”. 
Unanimi anche la soddisfazione e la condivisione per il metodo di lavoro scelto e gli obiettivi indicati. 
Ma le forze sociali presenti al tavolo hanno sottolineato la difficoltà di far ripartire il sistema produttivo per il quale l’ordinanza non prevede risorse.
Il sindaco di Bernalda, Leonardo Chiruzzi, ha insistito sulla necessità di interventi decisi per la messa in sicurezza, che non siamo messi in campo solo dalla Regione, ma con tutti gli enti che hanno proprie opere in zona”, riferendosi, in particolare, alle reti di comunicazione stradale e ferroviaria, e a annunciato la scelta della linea del maggior rigore per gli interventi che si realizzeranno in futuro. 
“Anche chi volesse fare nuovi investimenti turistici – ha detto – dovrà farsi carico degli interventi di messa in sicurezza delle aree di proprio interesse, e pure le concessioni edilizie private dovranno tenere in altissima considerazione tutti gli interventi di sicurezza”.

Le associazioni di categoria (sono intervenuti Giuseppe Brillante della Coldiretti, Donato Distefano della Cia, Giovanni Materazzo degli operatori turistici di Confindustria, Andrea Esposito degli operatori turistici di Metaponto) hanno posto l’accento sulla necessità di sostenere le imprese nell’accesso al credito per ripartire con l’attività in attesa del ristoro, di provvedere a ripristinare la viabilità rurale, di definire criteri certi che consentano di individuare chi potrà avere diritto ai benefici e in che misura, di mettere in campo strumenti di programmazione che rendano anche più facile agli imprenditori cautelarsi attraverso la stipula di assicurazioni che, diversamente, non coprirebbero i rischi alluvionali.

Anche per questo il lavoro da presentare al termine dei 45 giorni deve procedere speditamente. 
“L’incontro di oggi – ha quindi spiegato De Filippo – produrrà una collocazione definitiva delle risorse e produrremo un’ipotesi più definitiva di come procedere a margine della quale ci riconvocheremo per decidere tutti insieme come procedere. Certo – ha concluso –la prima ordinanza ha segnato un passo in avanti, ma è necessario proseguire nell’opera e se la carta vincente fino ad ora è stata l’unitarietà con cui ci siamo mossi, dobbiamo saper coltivare questa strada anche per i fondamentali appuntamenti che ci attendono ora”.

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