A Marconia lunedì mattina il sole splendeva alto, mentre alle 9:30 Piazza Elettra si è riempita di alunni, genitori, nonni, amministratori, associazioni e operatori della stampa.
La protesta della comunità che dice NO al piano di dimensionamento scolastico elaborato dalla Provincia di Matera ha raggiunto l’apice, proprio nelle ore in cui il Consiglio Regionale lucano era convocato per deliberare sul tema scottante (convocazione poi slittata al pomeriggio).
Su proposta della componente genitori del consiglio d’istituto del Comprensivo Quinto Orazio Flacco, i genitori hanno fatto astenere i propri figli dalle lezioni.
Astensione che ha raggiunto la cifra record del 97% degli alunni, con soli 33 alunni seduti tra i banchi delle 4 scuole che fanno capo al comprensivo di Marconia. 1.013 alunni non erano in classe.
Oltre duemila genitori hanno deciso di rinunciare per un giorno alla didattica, per far sentire forte la voce di una comunità che si è unita su un tema che riguarda tutti: respingere un ingiustificato e inaccettabile dimensionamento scolastico. Ingiustificato perché, come ben indicato dalle linee guida regionali, le istituzioni scolastico devono contare un numero di alunni non inferiore ai 600. Numeri presenti sia per il comprensivo di Pisticci e Craco che per quello di Marconia, per i quali non può essere accettabile alcuno smembramento che abbia il solo scopo di rafforzare altri territori a danno dei nostri alunni.
Alla manifestazione ha partecipato l’amministrazione comunale di Pisticci (il sindaco, la giunta ed i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione), il sindaco di Craco, una delegazione di mamme di Craco, le associazioni del posto, il Tavolo Verde, molti insegnanti ed i liberi cittadini che hanno voluto scendere in piazza al fianco dei bambini e dei loro genitori.
Se per i componenti del Consiglio d’Istituto del Comprensivo Quinto Orazio Flacco la straordinaria partecipazione alla manifestazione è motivo di soddisfazione ed orgoglio, è anche vero che si attendono con apprensione le decisione della massima assise regionale, a cui va un rinnovato appello: “tutelare le comunità e le istituzioni scolastiche che hanno i numeri per essere autosufficienti, evitando di danneggiare la tranquillità dei nostri figli, che hanno diritto a quella serenità che la continuità didattica può garantire”.