Parrucchieri, estetisti e barbieri di Policoro hanno incontrato, nel Palazzo di città, l’Amministrazione comunale e l’Asm sul fenomeno dell’abusivismo, molto diffuso in città, nella cura del corpo.
L’incontro istituzionale è stato richiesto dagli stessi addetti ai lavori dopo una prima riunione avvenuta il 24 ottobre scorso tra gli stessi artigiani.
Per l’Amministrazione era presente l’assessore alle Attività produttive, Cosimo Ierone, il quale si è messo a disposizione per garantire il massimo impegno istituzionale per debellare questo fenomeno, ed aperto ad ogni proposta che gli sarà sottoposta dall’apposito comitato nato in occasione dell’incontro.
Tra queste è stata calendarizzata una forte attività di sensibilizzazione con informazione attraverso manifesti, brochure, spot e tutto quanto possa essere utile per la diffusione delle conseguenze negative per la salute dei cittadini che si recano in abitazioni private a rifarsi il look; inoltre ha sottolineato le gravi responsabilità penali di chi esercita abusivamente la professione a scapito invece di chi ha aperto la partita Iva, paga le utenze e tutti gli adempimenti previsti dalle leggi della categoria.
Il dottor Stigliano, responsabile della sanità pubblica dell’Asm, ha citato le malattie che si possono contrarre da chi non è in regola e pertanto non sottoposti a controlli.
Inoltre ha sottolineato l’importanza della prevenzione, come la sterilizzazione degli attrezzi di lavoro prima dell’uso, evidenziando che l’Asm non ha poteri di repressione, non essendo organo di Polizia giudiziaria, ma di prevenzione.
Questo significa che le denunce, possibilmente firmate, devono essere inviate alle Autorità preposte e anche quelle inviate all’ufficio di sanità pubblica vengono poi trasmesse d’ufficio a chi di competenza.
Stigliano non ha mancato di sottolineare come in passato, dopo alcuni esposti, il suo ufficio insieme alla Polizia municipale ha effettuato dei sopralluoghi in abitazioni civili.
All’incontro era presente in qualità di sindacalista della Cgil, Rocco Di Matteo, il quale ha affermato come la prevenzione e la repressione debbano andare di pari passo per ridimensionare l’abusivismo, perché le sanzioni servono a scoraggiare chi lavora in nero non pagando le imposte e contributi previdenziali, proponendo un ordine del giorno in Consiglio comunale sul tema.
Infine ha osservato come la percezione di impunità che si nasconde dietro l’abusivismo di settore consente a chiunque di lavorare nella più assoluta tranquillità in spregio ad ogni forma di rispetto delle regole scritte ed etica della legalità.
Dai banchi degli operatori del settore non sono mancate critiche agli assenti, forze dell’ordine a sindacati di categoria, tra cui la Cna (Confederazoone nazionale artigiani) e Confartigianato, e sono stati citati casi di laboratori veri e propri in abitazioni civili per l’esercizio irregolare del lavoro.
Tra le stime fatte chi esercita abusivamente la professione può arrivare ad un utile fino a 2000 euro al mese.