Due giovani di Policoro, sono stati arrestati lunedì mattina dagli agenti del Commissariato di Scanzano Jonico perché costringevano un ragazzino a commettere piccoli furti in casa propria usando minacce e violenza.
Una vicenda che andava avanti sin dallo scorso aprile.
Quando la sorella si è accorta delle sparizioni dei monili d’oro ad opera del fratello tredicenne, ha capito subito che dietro questo comportamento c’erano delle persone più grandi a cui il ragazzino ubbidiva per paura.
Infatti, da qualche tempo si rifiutava di uscire di casa.
Hanno così deciso di rivolgersi agli agenti del Commissariato.
Le indagini hanno portato ben presto a due giovani del luogo, D.P. di 25 anni e M.G. di 20, che ordinavano i furti e si facevano consegnare i monili che portavano da esercizi di “compro oro” del luogo per cambiarli con denaro contante.
Uno dei due giovani aveva già precedenti penali e mentre era stato sottoposto agli arresti domiciliari aveva comandato al ragazzino di “portargli” degli oggetti d’oro.
Dalla refurtiva in parte recuperata, del valore di circa 1.500 euro, appartenente anche ad altre famiglie, gli investigatori sono giunti alla conclusione che molto probabilmente altri ragazzini erano stati indotti in stato di soggezione e “assoldati” dai due nella commissione di analoghi furti.
I dettagliati riscontri ottenuti dagli investigatori hanno consentito al Gip di Matera di disporre gli arresti domiciliari per furto ed estorsione, con l’aggravante di induzione di minore a commettere reato per M.G. e di ricettazione per D.P.
Dopo la notifica, quest’ultimo non è stato trovato in casa, bensì su un campo di calcio dove era impegnato a disputare una gara, ed è stato quindi nuovamente arrestato e condotto in carcere per evasione.
Tutti i dettagli dell’operazione sono stati illustrati martedì mattina in una conferenza stampa, svoltasi nella Questura di Matera, alla quale hanno partecipato Roberto Cirelli, dirigente del Commissariato di Scanzano Jonico, e il vicequestore Luisa Fasano.
L’invito rivolto alle famiglie è quello di denunciare simili episodi e vigilare su abitudini e frequentazioni dei propri figli.