Coldiretti Basilicata non parteciperà più al Tavolo verde.
L’annuncio lo hanno dato, in una conferenza stampa a Potenza, i dirigenti lucani della confederazione agricola che hanno “bocciato in maniera netta” l’operato dell’assessorato regionale alle Politiche Agricole e Forestali guidato da Luca Braia, denunciando “l’inefficienza di tutta la struttura che sta creando serie difficoltà a un comparto così importante”.
In particolare il presidente regionale e il direttore regionale, Piergiorgio Quarto e Aldo Mattia, e il presidente provinciale di Potenza, Antonio Pessolani, hanno evidenziato “i ritardi nell’erogazione dei pagamenti del sistema Ueca (Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura): questa è quindi una giornata non solo di denuncia ma anche – hanno aggiunto – di trasparenza sui fatti e in particolare su alcuni dati resi noti di recente dal Dipartimento regionale sui soldi che realmente sono arrivati agli agricoltori per la programmazione europea 2014/2020”.
“La Regione – ha sottolineato Quarto – “parla del 16%, per noi invece non si arriva al 10%”. Quanto all’emergenza cinghiali, la Coldiretti ha poi rimarcato che “serve un’azione forte, che invece la Regione, in attesa delle decisioni che devono essere assunte in ambito nazionale, non è riuscita ancora a mettere in campo, perdendo anche il controllo dei numeri. Tutta questa lentezza – ha detto Quarto – sta provocando serissimi problemi all’agricoltura e alla zootecnia del nostro territorio. Purtroppo anche in questo caso, e nonostante il nostro grande sciopero di alcuni mesi fa davanti alla sede di via Verrastro, le risposte latitano. Ecco perché da questo momento in poi non faremo più sconti a nessuno”.
Non sono mancati poi accenni ai Consorzi di Bonifica e alla recente fase elettiva.
“E’ opportuno, senza se e senza ma, procedere celermente all’insediamento dell’organo assembleare – ha rimarcato Mattia – evitando atteggiamenti attendisti e rinunciatari, nel rispetto di chi si è proposto e di chi è stato eletto democraticamente”. Per adesso “ci fermiamo alla denuncia, certi che – è scritto nel documento presentato dalla Coldiretti ai giornalisti – in assenza di risposte sapremo riprendere le fila della protesta”.