Ottantasette uova schiuse naturalmente su 109 deposte, con 22 non schiuse, con una percentuale di schiusa pari al 79,8%.
Questo il bilancio del nido di Specchiarica (Taranto), seguito dai biologi e dai volontari dell’Oasi Wwf di Policoro.
Il ritrovamento del sito era avvenuto dopo lo schiacciamento sulla litoranea salentina di 34 tartarughini disorientati dall’inquinamento luminoso causato dall’illuminazione pubblica presente a ridosso dei cordoni dunali.
Sul posto erano giunti ricercatori operatori e volontari dell’Oasi WWF di Policoro per mettere in sicurezza l’area (in accordo con Guardia Costiera-Locamare Maruggio e dell’ASL di Taranto). Trentotto è il numero esatto di individui emersi dalla sabbia; 34, purtroppo sono stati schiacciati dai veicoli, 2 rimessi in mare dai volontari dell’associazione “Lega Navale” sez. Torre Colimena, e altri 2 trasferiti al Centro Recupero Tartarughe Marine del WWF Italia a Policoro per le cure veterinarie. Questi ultimi verranno rimessi in mare dopo controllo e reidratazione.
Trascorse 72 ore dall’ultima tartarughina emersa, è stato possibile (come da protocollo ministeriale) scavare e contare le uova deposte. Ieri 3 settembre Corrado Mandese, medico veterinario ASL di Taranto, con il supporto logistico dei volontari della Lega Navale di Torre Colimena, il biologo WWF Gianluca Cirelli e la veterinaria del Centro Recupero di Policoro Francesca Ardolino, hanno provveduto all’apertura della camera di incubazione delle uova di Caretta caretta.
All’interno della camera sono state ritrovate 109 uova deposte di cui 87 schiuse naturalmente e 22 non schiuse (non fecondate o con embriogenesi interrotta), con una percentuale di successo di schiusa pari al 79,8 %. Il dato confortante è stato quello del ritrovamento di 33 uova schiuse naturalmente, delle quali non è emerso alcun ritrovamento, a conferma che la schiusa era iniziata la notte del 26 agosto e conclusa alle prime luci dell’alba. Sulla battigia sono state rinvenute tracce di individui che avevano raggiunto il mare contrariamente a quelle che, probabilmente schiuse di notte, avevano raggiunto la strada.
“Ancora una volta il lavoro di volontari e biologi dell’oasi Wwf di Policoro è stato prezioso – dichiara la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi – Grazie al loro impegno è stato possibile portare a buon fine una nidificazione spontanea, scoperta ‘per caso’ e che ha fatto registrare, purtroppo, un evento negativo con le tartarughine, disorientate finite schiacciate sulla litoranea.
Quello che è avvenuto, però rappresenta un segnale allarmante. È necessario che i comuni costieri delle aree ‘sensibili’ alla nidificazione delle tartarughe marine intervengano per evitare che disturbo e l’eccessiva illuminazione delle spiagge disorientino i neonati di Caretta caretta, una specie minacciata in tutto il Mediterraneo”.
Le attività del Wwf sono sostenute dal Progetto LIFE Euroturtles “Azioni collettive per il miglioramento dello status delle tartarughe marine della comunità europea”.
Il Wwf Italia è partner di questo importante progetto europeo che viene svolto in Croazia, Cipro, Grecia, Malta, Slovenia e Italia (in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia).