Con una grande partecipazione di pubblico e delle scuole del territorio, si è svolta a Tursi la terza Giornata della Legalità, promossa ed organizzata da Salvatore Cesareo, portavoce del sindaco Cosma.
Quest’anno le testimonianze portate alla comunità tursitana sono state di Fabio Amendolara, giornalista del quotidiano La Verità ed esperto di cronaca nera e giudiziaria, del sindaco di Scanzano Jonico dal 2006 al 2016 Salvatore Iacobellis vittima di intimidazioni mafiose e di Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino ucciso il 9 Agosto del 1991 prima che prendesse parte al processo di Cassazione contro Cosa Nostra dopo le condanne in primo e secondo grado maturate grazie al lavoro dei giudici del pool antimafia Falcone e Borsellino.
Tre gli ospiti anche il consigliere regionale Aurelio Pace, avvocato e docente di diritto. A moderare l’evento come di consueto è stato il professor Antonio Rondinelli.
A fare gli onori di casa, prima delle forti testimonianze degli ospiti, sono stati il sindaco di Tursi Salvatore Cosma e l’assessore comunale alla Legalità e Sicurezza Maria Anglona Adduci.
L’attenta e numerosa platea, ha potuto ascoltare e capire come la Basilicata non sia purtroppo immune da fatti malavitosi grazie ai racconti di Amendolara, che ha seguito con attenzione, scrupolo e professionalità le storie di Elisa Claps, Ottavia De Luise e le infiltrazioni mafiose nel Vulture e nel Potentino, ed a quelli di Salvatore Iacobellis a cui hanno incendiato due auto, inviato lettere intimidatorie con proiettili annessi ed addirittura si è visto recapitare a casa una testa di capretto mozzata.
Poi è stata la volta di Rosanna Scopelliti che ha parlato della sua infanzia difficile per via della protezione a cui il papà l’aveva assoggetta, consapevole del grande rischio che correva per il suo lavoro. Rosanna oltre a parlare della storia della “bambina nella valigia” come venne definita dai giornalisti per via del suo “rifugio” quando doveva spostarsi fin dalla tenera età, ha raccontato come il padre rifiutò una tangente di 5 miliardi di lire per non svolgere correttamente il suo lavoro fino a giungere alla difficile condizione di rimanere orfana di padre dall’età di sette anni.
Testimonianze forti e commoventi che sono state corredate dai concetti di comunità, legalità e giustizia trattati da Aurelio Pace nel suo impeccabile intervento.
Concetti questi, di legalità, giustizia e comunità che sono stati portati anche ai ragazzi delle scuole giovedì mattina nell’incontro forse più importante e utile per il futuro della nostra comunità e delle giovani generazioni.
Un grande momento di crescita e di riflessione che ha investito tutte le fasce d’età per non far sì che l’impegno ed il sacrificio di tanti come Amendolara, Iacobellis e Scopelliti, non cada nel vuoto e rimanga inascoltato.