A Tursi il 2019 si attende con le splendide note dell’Ensemble di Corali Regina Anglonensis & Esperia, accompagnate dalla voce del soprano Katia Ricciarelli.
Un evento più unico che raro per la città che si appresta ad ospitare uno delle massime espressioni della musica lirica italiana ed internazionale in piazza Maria Santissima di Anglona domenica 30 Dicembre alle ore 20. In caso di condizioni meteo avverse, l’evento si terrà presso il Centro Polifunzionale San Giuseppe di viale Sant’Anna.
Condurrà l’evento il giornalista Antonello Lombardi.
Il concerto, organizzato con il patrocinio del Comune di Tursi e della Fondazione Matera 2019, vedrà l’accompagnamento del giovane pianista Antonio Laviero, diplomatosi da poco in pianoforte presso il Conservatorio “E.R. Duni” di Matera.
Katia Ricciarelli (il cui nome completo è Catiuscia Maria Stella) nasce il 18 gennaio 1946 a Rovigo. Katia è l’ultimogenita, e sin da piccola manifesta una grande passione per il canto. E così, dopo aver svolto diversi piccoli lavoretti per mettere da parte qualche lira (tra l’altro, operaia in un’azienda di mangiadischi), si iscrive, grazie agli enormi sacrifici della madre, al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, dove ha l’opportunità di studiare con Iris Adami Corradetti, famoso soprano.
Il suo esordio risale al 1969, quando si esibisce ne “La bohème” a Mantova; poco dopo, interpreta, ne “Il pirata” di Vincenzo Bellini, Imogene, sotto la direzione di Nino Sanzogno, e canta col “Trovatore” al Regio di Parma. Dopo il “Sogno di una notte di mezza estate”, nel 1971 si aggiudica il Concorso internazionale Voci Verdiane della Rai, insieme con Giuliano Bernardi e Beniamino Prior.
Gli anni Settanta si rivelano, così, ricchi di lavoro: Katia canta, tra l’altro, nella “Giovanna d’Arco” di Giuseppe Verdi, ne “I Capuleti e i Montecchi”, in “Luisa Miller” e ancora ne “Il trovatore”. Approdata a Londra, alla Royal Opera House, con Placido Domingo, viene chiamata per la prima rappresentazione alla radio di “Jerusalem”, di Giuseppe Verdi, nel 1975 in concerto all’Auditorium Rai di Torino. Interpreta, tra l’altro, Amelia in “Un ballo in maschera”, Luisa ancora in “Luisa Miller” e Lucrezia in “Lucrezia Borgia”.
Nel 1990 arriva a quota 47 rappresentazioni totali a New York: in quell’anno va in scena per l’ultima volta al Met, al fianco di Placido Domingo, come Desdemona. Insignita del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e di quello di Kammersangerin a Vienna nel 1994, in occasione dei suoi venticinque anni di carriera, inizia a collaborare con il pianista Giovanni Velluti in maniera stabile.
Dopo aver cantato in “Quartetto d’archi (album)” con Edoardo Bennato e i Solis String Quartet nei brani “Troppo troppo” e “Insieme lo denunciam”, viene nominata direttore artistico del Teatro Politeama di Lecce nel 1998. Negli anni Duemila, si dedica con una certa intensità alla televisione, recitando nel 2003 in “Gianburrasca” (con Gerry Scotti e Rita Pavone), in onda su Canale 5, e nel 2004 nella fiction di Raiuno “Don Matteo 4” (al fianco di Terence Hill).
Nel 2005, nominata direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival di Macerata, viene chiamata da Pupi Avati per recitare nel film “La seconda notte di nozze”, di cui è protagonista insieme con Antonio Albanese e che le vale addirittura un Nastro d’Argento; si dedica ancora alla televisione l’anno successivo, prendendo parte al reality show di Canale 5 “La fattoria”, dove riesce ad arrivare sino alla semifinale.
Nel 2008, mentre è in tournèe con la commedia musicale “Gloriosa”, recita nella fiction Mediaset “Carabinieri 7” e nel film di Cristina Comencini “Bianco e nero”, pubblicando inoltre l’autobiografia “Altro di me non saprei narrare”, scritta con la collaborazione di Gioconda Marinelli ed edita da Aliberti; l’anno successivo, invece, mentre riceve la cittadinanza onoraria dal Comune salernitano di Pellezzano e partecipa con un cameo a “Così fan tutte” (sketch show politicamente scorretto trasmesso da Italia 1), celebra i quaranta anni di carriera esibendosi a Venezia, al Teatro La Fenice, duettando, tra l’altro, con Massimo Ranieri e Michael Bolton: un evento che viene ripreso dalle telecamere e trasmesso anche su Canale 5.
La carriera televisiva prosegue in maniera spedita ma Katia non perde di vista l’importanza di fare del bene per i meno fortunati. Dà così vita alla Fondazione Katia Ricciarelli per la Vita Onlus, organizzazione benefica di cui è presidente, e viene scelta come una delle protagonista di “Un passo dal cielo”, fiction di Raiuno ambientata in Trentino, ancora al fianco di Terence Hill.
Munita di una voce luminosa e dal timbro etereo, agile e sonora per quanto limitata da un’estensione vocale non eccezionale, Katia Ricciarelli nel corso della sua carriera ha collaborato, tra l’altro, con José Carreras (del quale è stata anche compagna), Lucia Valentini Terrani, Leo Nucci e Agnes Baltsa, venendo diretta, tra l’altro, da Zubin Mehta, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini e James Levine.
Un curriculum a cui è difficile aggiungere altro. Un’artista di livello mondiale che ci onorerà della sua presenza grazie al grande lavoro di tutti i componenti della Corale Regina Anglonensis e del maestro Francesco Muscolino che negli ultimi anni ha inanellato una serie di importantissimi riconoscimenti e partecipazioni come, in ultimo di tempo, quello nel mese di Novembre all’incontro internazionale delle Corali ricevute nella prestigiosa Sala Nervi davanti il Santo Padre. L’associazione che da più di vent’anni è presente sul territorio, ha avuto il merito di modellarsi negli anni, armonizzando in maniera perfetta le diverse espressioni del canto grazie alla mano sapiente del maestro Muscolino che ne ha fatto non solo un coro a più voci ma un gruppo affiatato ed unito che esula dagli spartiti e dalle note pentagrammate. Un’emozione unica non solo per l’imponente colpo d’occhio dei partecipanti, ottomila i coristi provenienti da tutto il mondo che dopo due giorni di concerti e convegni hanno animato la messa della domenica nella Basilica di San Pietro, ma soprattutto per aver ascoltato la sempre rassicurante parola di Papa Francesco che ancora una volta ha indicato la musica come «uno strumento di unità» per «rendere efficace il Vangelo nel mondo di oggi, attraverso la bellezza che ancora affascina e rende possibile credere, affidandosi all’amore del Padre».
Il Santo Padre aggiunse per l’occasione: «Avete risvegliato il Vaticano! – ha detto il Pontefice riferendosi ai canti risuonati nei tre giorni dell’incontro – È bello ascoltare le vostre melodie e percepire la gioia e la serietà con cui date voce tutti insieme alla bellezza della nostra preghiera».