“Lo spirito di questa iniziativa – spiega il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo – è accendere i riflettori sul nostro straordinario patrimonio naturalistico e sulla necessità di preservare tale patrimonio per le generazioni future. È un gesto concreto ma anche simbolico per dire che prenderci cura del territorio è un dovere per tutta la comunità. Ringrazio per questo il sindaco Piero Marrese che, anche in qualità di presidente della Provincia di Matera, ha voluto patrocinare questa nostra iniziativa di tutela e valorizzazione del territorio e di costruzione dal basso di una nuova sensibilità ecologica. Allo stesso tempo – continua il sindacalista – con questo evento poniamo l’accento sul valore sociale del lavoro forestale, spesso bistrattato, e sull’importanza di avere delle sentinelle preparate e attrezzate a presidio di un territorio fragile come quello lucano, di cui i calanchi sono l’espressione ad un tempo drammatica e suggestiva”.
I Calanchi di Montalbano si estendono per circa 25 Km quadrati e sono il geosito più grande della Basilicata. Riserva regionale dal 2011, quest’area calanchiva, nelle sue profonde e caratteristiche incisioni, custodisce e restituisce spesso reperti fossili di grande valenza scientifica che ne fanno un sito unico al mondo per gli aspetti geologici e paleontologici e di particolare pregio paesaggistico, ambientale, archeologico e culturale. “Basta passeggiare lungo i sentieri della Riserva per imbattersi in quantità copiose di fossili”, spiega Maurizio Rosito, presidente del circolo di Legambiente di Montalbano e uno degli animatori del Centro di educazione ambientale che organizza all’interno della Riserva regionale escursioni e visite guidate.
Di particolare interesse storico, ma anche pratico, sono le antiche mulattiere – le storiche appiett’ – che fino agli ’70 erano utilizzate dai contadini per raggiungere i terreni irrigui della Val d’Agri e che oggi costituiscono un prezioso reticolo di sentieri per visitare la Riserva. Caratteristiche che rendono i Calanchi di Montalbano unici rispetto ad altri calanchi della regione e che richiamano ogni anno un numero crescente di curiosi, appassionati e studiosi, non ultimi alcuni ricercatori del dipartimento di geologia e geofisica dell’Università di Bari che sono riusciti a ricostruire il calendario geologico dell’area, diventata ormai un punto di riferimento stratigrafico per le ricerche sul Quaternario.