Presentato a Bernalda, per iniziativa di Donne Impresa Matera di Coldiretti, l’ultimo libro del giornalista Nunzio Primavera dal titolo “La gente dei campi e il sogno di Bonomi”.
Ad introdurre i lavori, moderati da Aldo Mattia, direttore regionale di Coldiretti Basilicata, Giuseppe Abatepaolo, presidente della sezione Coldiretti di Bernalda, e successivamente Gianfranco Romano, presidente provinciale della confederazione agricola, che ha messo in risalto i parallelismi tra le attività che il giovane Bonomi ha avviato nel dopoguerra e le azioni che oggi la Coldiretti guida a livello nazionale e internazionale.
Romano ha posto l’accento su quanto avvenuto non più tardi di tre mesi fa, quando il presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, ha condiviso, a livello nazionale, la sua agenda programmatica. In essa sono presenti i temi delle nuove riforme necessarie al Paese e all’Unione Europea: dal tema dell’innovazione e dell’internet of farming, all’etichettatura obbligatoria e alla blockchain in agricoltura, passando per gli obiettivi di sostenibilità ambientale, anche attraverso lo sviluppo dell’economia circolare, la mitigazione del rischio idrogeologico, idraulico e del consumo di suolo, il ruolo dei contratti di filiera con il coinvolgimento dell’agroindustria virtuosa.
Nel corso della serata è intervenuta anche Mariangela Falciglia, responsabile provinciale di Matera Donne Impresa, che ha esplicitato la mission di questo movimento,” il quale incoraggia lo sviluppo dell’imprenditoria femminile agricola, organizza attività culturali e di comunicazione con i consumatori, promuove la presenza femminile negli organismi decisionali della Coldiretti”.
Falciglia ha proposto, al Consiglio e alla Direzione Coldiretti, una serie di eventi da promuovere nell’ambito di Matera Capitale della cultura, come il Villaggio Coldiretti, che si terrà dal 6 al 7 Dicembre nel capoluogo di provincia. La giovane vice responsabile di Donne Impresa Matera, Miriam Esposito, si è soffermata a parlare del libro di Primavera evidenziano come esso si inserisca nel virtuoso circolo di riscoperta della storia di Coldiretti, di rafforzamento dei valori e delle tradizioni, degli esempi di vita, di salute e benessere, nel seno di un’agricoltura sempre più innovativa e soggetta a repentini cambiamenti.
Presente all’incontro anche il Consigliere regionale, Piergiorgio Quarto, che ha molto apprezzato il lavoro storiografico di Primavera e gli interventi pragmatici e di alto profilo della nuova classe dirigente di Coldiretti. Ha inoltre auspicato 2che le diverse posizioni dei gruppi politici a tutti i livelli istituzionali, siano superate dal buon senso e dalla condivisone circa il raggiungimento di obiettivi comuni”.
A conclusione dei lavori l’atteso intervento di Nunzio Primavera, autore dell’apprezzatissimo libro , che ha ricordato come Bernalda rappresenti “la testimonianza più viva della Riforma agraria degli anni Cinquanta, che ha interessato Matera e i comuni limitrofi. Essa ha trasformato le sorti sociali, culturali, produttive di quelle terre, che fino ad allora erano la vergogna dell’Italia”.
“La realtà attuale di Matera, capitale della cultura europea, – ha aggiunto – rende ragione agli ideali, così strenuamente perseguiti, di questo politico, dalle solide origine contadine, che ha lavorato nei campi, quando giovane studente era libero dagli impegni universitari.” Primavera si è poi soffermato sulla nascita di Coldiretti con uno sguardo profondo e critico, portando alla luce documenti che “rendono interessanti e avvincenti le fredde, incomplete pagine dei nostri libri scolastici di storia”. Primavera, nel libro, ha citato più volte Papa Polo VI, il quale, infatti, nel marzo del 1968, ricorda che “Dio ha creato l’uomo perché fosse signore della terra, e la terra fosse a beneficio ordinato di tutti. È la religione che offre fondamento di giustizia alle rivendicazioni dei non abbienti, quando ricorda che tutti gli uomini sono figli d’uno stesso Padre celeste, e perciò fratelli. È la religione che sola può ricordare al ricco d’essere amministratore, e non padrone dispotico dei suoi beni, i cui frutti devono in qualche equa misura essere a profitto di chi ne abbisogna”.
L’autore ha ricordato anche l’udienza durante la quale Papa Paolo VI elogia, con commozione, l’operato di Bonomi: “Pochi uomini hanno operato sulla scena della vita pubblica italiana, dopo la guerra ad oggi nel nostro Paese, con pari tenacia, con pari dedizione, con pari chiaroveggenza dei problemi reali, sia nel campo sociale che nel campo economico, come in quello organizzativo, quanto l’onorevole Paolo Bonomi, il quale, vincendo le condizioni dell’avversa salute personale e penetrando con lo studio e con l’azione i bisogni delle classi rurali, ha saputo imprimere alla Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti una coscienza unitaria ed operosa, che ne fa una delle espressioni migliori e caratteristiche della rinascita moderna della vita nazionale”.