E’ stata Nadia Terranova, finalista del Premio Strega 2019, a concludere con un appuntamento “off” l’edizione 2019 di Amabili Confini. La scrittrice e docente alla Scuola del libro di Roma ha dialogato del suo romanzo Addio fantasmi, in piazza san Francesco, a Matera, con Salvatore D’Alessio (Leggo quindi sono) e Simona Nardulli (ingegnere) e, a Miglionico, introdotta da Grazia Ventura dell’associazione Culture in movimento, con Marzia Dalessandro (avvocato) e Francesco Bonelli (animatore culturale).
Particolarmente intenso è stato l’incontro di Nadia Terranova con i lettori di domani: nel Campus dell’Unibas, l’autrice si è confrontata con le studentesse Asia Andrea Oliano e Noemi Morano dell’associazione Dicemus, coordinate dal professor Domenico Copertino.
Amabili Confini, insomma, chiude la sua quarta edizione con una certezza in più: quello di aver inaugurato e reso realtà un nuovo modo di fare e condividere cultura.
Che il bilancio del progetto di rigenerazione urbana delle periferie sia ampiamente positivo lo si coglie anche dalle parole dell’ideatore di Amabili Confini, Francesco Mongiello: “Ogni anno, alla fine di ogni edizione – racconta- prevaleva su tutto la soddisfazione di aver portato a termine l’iniziativa, senza sforare il budget disponibile. Questa volta – sottolinea- le emozioni sono state il tema dominante di ogni incontro; scaturivano dai racconti dei residenti, dalle riflessioni degli scrittori e dall’atmosfera calorosa; al punto che, mai come in questa occasione, avrei voluto che la rassegna non finisse”.
Nonostante le avversità climatiche, che hanno impedito di svolgere molti degli incontri all’aperto, nelle piazzette delle Macro-Aree, disegnate da Amabili Confini, per intrecciare storie e racconti sul tema di questa edizione “Orizzonti”, il salto di qualità della manifestazione è innegabile.
“Quest’anno – conferma Mongiello- abbiamo registrato, più che nelle scorse edizioni, una maggiore partecipazione sia in termini di pubblico che nel numero di testi pervenuti. Ne abbiamo ricevuti circa 180, tra racconti brevi e poesie, scritti dai migranti, dai detenuti della Casa Circondariale, dai residenti dei quartieri di Matera e di altri Comuni; autori appartenenti a qualsiasi fascia d’età e per i quali Amabili Confini ha rappresentato l’occasione per cimentarsi con la scrittura di un testo breve o di una poesia assecondando le proprie inclinazioni e scoprendo, così, abilità inaspettate; oppure, più semplicemente, per dare forma ai propri pensieri ispirandosi alla parola Orizzonti, tema di questa edizione”.
“Iosif Brodskij- conclude Mongiello- definiva la poesia un acceleratore mentale. Oserei dire che Amabili Confini è un acceleratore di socialità: innesca il desiderio di condivisione e fa emergere quel senso di comunità che vorremmo ritrovare sempre e ovunque”.