Dopo il rogo della ex Felandina, che è costata la vita a una giovane nigeriana, il vescovo di Matera Giuseppe Caiazzo, ha scritto ai sacerdoti della diocesi.
“Appena ricevute le prime foto, dal mio paese in Calabria dove mi trovo, mi sono subito messo in contatto con i parroci della zona – si legge nella missiva – per capire cosa fosse successo. Loro stessi ancora non sapevano.
Recatisi sul posto hanno constatato il dramma che si era consumato. Ci siamo subito attivati con il coinvolgimento della Caritas diocesana e in sinergia con le Istituzioni locali, per dare il nostro necessario supporto. Devo ringraziare i Confratelli sacerdoti di Bernalda e Metaponto per come da sempre sono stati presenti concretamente e nel silenzio accanto a centinaia di fratelli e sorelle accampati in quella zona.
Come ben sapete abbiamo messo a disposizione diverse nostre strutture per accogliere e aiutare a integrarsi. Ora ci troviamo di fronte al dramma umano che ci interpella seriamente: non si può rimanere indifferenti e non possiamo tradire l’insegnamento cristiano. Gesù Cristo ci ha insegnato che ogni cosa fatta a uno solo di questi fratelli (indipendentemente dalla razza, colore o religione) viene fatta a Lui.
Rigettiamo la cultura dei distinguo che non ci appartiene e preghiamo Dio, Padre di tutti gli uomini, che vede e provvede al di là degli opportunismi umani o interessi di parte e che agisce attraverso gli uomini e le donne di buona volontà.
Oggi più di ieri avvertiamo il bisogno impellente che si agisca e si operi per un nuovo umanesimo. In quanto cristiani non possiamo accettare l’indifferenza e il disprezzo che fanno parte di una umanità senza Dio. Altri interessi dominano la scena di questo mondo”.