Torna in Basilicata “Stop cibo anonimo”, la mobilitazione sostenuta da Coldiretti per chiedere all’Unione Europea l’estensione dell’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti.
Per l’occasione giovedì 26 settembre, in 20 Comuni lucani verranno allestiti banchetti per sensibilizzare la popolazione sul tema della trasparenza dei prodotti che finiscono ogni giorno sulle nostre tavole.
In particolare nei due capoluoghi di provincia Potenza ( piazza Mario Pagano), Matera (piazza Vittorio Veneto), e poi Rotonda, Sant’Arcangelo, Calvello, Marsicovetere, Avigliano, Melfi, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Oppido, Tolve, Policoro, Scanzano Jonico, Stigliano, Pisticci, Ferrandina e Rotondella.
Tre le principali finalità della petizione.
Innanzitutto proteggere la nostra salute. La contraffazione e l’adulterazione di prodotti alimentari rappresentano un grave rischio per la salute. Un’etichetta chiara che indichi l’origine degli ingredienti aiuta a prevenire e combattere gli scandali alimentari che mettono in pericolo la salute.
Altro obiettivo è quello di prevenire le frodi alimentari: il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo ha superato i 100 miliardi di Euro, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. L’indicazione di origine degli ingredienti sull’etichetta consentirebbe di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia.
Infine la raccolta firme mira a garantire i diritti dei consumatori. I cittadini italiani ed europei hanno il diritto di essere protetti e di ricevere informazioni accurate sul cibo che scelgono di acquistare. Per fare scelte consapevoli, i consumatori devono conoscere il luogo di raccolta e trasformazione degli alimenti, l’origine degli ingredienti e maggiori informazioni sui metodi di produzione e di lavorazione.
La petizione europea vede Coldiretti e Campagna Amica tra i promotori ed è denominata “Eat Original. Unmask your food”. E’ sostenuta da varie Organizzazioni in tutta Europa per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia.