“Nonne Chef – quante storie per mangiare” il titolo del libro scritto da Rudy Marranchelli che racconta l’inizio del viaggio delle Nonne tra i fornelli più social d’Italia.
Le Nonne Chef, nella loro semplicità comunicativa, rappresentano una reale fonte storica, memoria di un passato recente che rischia di essere dimenticato, espressione d’identità culturale collettiva. Direttamente “connesse” al territorio, durante le attività di laboratorio, rappresentano reali e intrinseche potenzialità locali.
“Le Nonne sono testimonial sincere di antiche tradizioni, che spesso non hanno una codificazione scritta e che vengono tramandate oralmente nel corso delle generazioni. Tradizioni e ricordi che vanno salvaguardate allo stesso modo dei beni materiali, da qui l’idea di raccontare l’inizio del “viaggio” intrapreso dalle nostre nonne, legato ai luoghi, alle persone e al cibo. Si parte dal cibo e dalla tavola nella convinzione che siano una parte importante della storia e della cultura di una società – evidenzia l’autore – Intorno alla tavola si mangia, si dialoga, si mettono insieme esperienze e differenze. Ogni atto legato al cibo, anche il più semplice, esprime una cultura. Dentro ci passano gusti e sapori, ma anche storie e saperi che ho provato a racchiudere nel libro”.
“Le Nonne Chef nascono a Rotondella, piccolo borgo lucano in provincia di Matera. Oggi sono quattro: Antonia Buccello (1932), Annunziata Parisi (1943); Antonietta Nucera (1942); Rosa Nucera (1931) – racconta il presidente dell’associazione Tiziana Fedele – con i loro laboratori intergenerazionali hanno conquistato il cuore di molti lucani, spesso ospiti di reti televisive nazionali hanno contribuito a promuovere il territorio. Un libro che parla dell’inizio di quest’avventura, creando attraverso la semplicità delle nonne un legame contemporaneo e tradizionale tra le diverse aree della nostra regione, rappresenta un ulteriore motivo di orgoglio e spinta per continuare a valorizzare quella che ormai possiamo definire la buona pratica Nonne Chef”.
Secondo il Presidente Nazionale della Cia Agricoltori Italiani Dino Scanavino, che ha curato la prefazione del libro, “il trinomio nonni, cibi tipici, e agricoltura costituiscono un tesoro da custodire e valorizzare non solo nell’ambito del rapporto agricoltura-alimentazione ma anche verso il rilancio competitivo e sociale delle campagne italiane. Ciò è particolarmente vero – continua Scanavino – per un territorio come quello lucano, dove le tradizioni legate all’agricoltura, la riscoperta delle ricette culinarie di un tempo e la valorizzazione degli antichi mestieri, sono elementi di forza su cui scommettere e investire”
Le nonne chef, in sintesi, rappresentano la “rivincita della semplicità”, un ritorno ai sapori identitari che seguono la stagionalità e abbracciano i territori. Nei loro movimenti lenti, le nonne, non preparano solo da mangiare, seguono rituali e narrano storie. Colori, profumi, sapori che nella loro semplicità hanno fatto grande la cucina italiana nel mondo. Il libro ha la presunzione di raccontare l’inizio di un viaggio, amiche pensionate che hanno avuto la voglia e il coraggio di mettersi in gioco per tramandare tradizioni. Mantengono vivo il dialetto, raccontano storie di una vita vissuta, si emozionano e fanno emozionare. Non si tratta di un libro di cucina, non è un romanzo, leggerete solo tante storie autentiche, nate in un piccolo comune a sud della Basilicata.