Non sempre partecipare ad un evento significa alternativa al “niente” della città, a dimostrazione la gente che si è accontentata di rimanere sull’uscio pur di assistere al convegno “Disabilità a scuola: i diritti, i doveri, gli attori”, tenutosi il 3 Dicembre presso la Sala Consiliare del Comune di Policoro in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità.
Nonostante le difficoltà per eventi concomitanti nei paesi limitrofi, per la coincidenza con una giornata e un orario lavorativo, l’evento ha sortito effetti inaspettati, in termini di presenze e di pathos che hanno caratterizzato la Sala.
“Quello di martedì sera, in una stanza gremita di gente – dice il consigliere provinciale di Forza Italia Gianluca Modarelli, ideatore dell’evento – è stato un momento importante non solo per condividere la vicinanza con quanti non posseggono premesse ottimali per competere con le sfide della vita ma anche per ricordare che il primo passo per esigere dei diritti è quello di conoscerli e, quale occasione migliore se non quella di avvalersi di esperti nel settore, sottrarli dagli ambienti di nicchia, quali possono essere le aule universitarie o i rapporti diretti con i singoli pazienti, e condurli nella disponibilità di tutti. Un’opportunità unica, che ha riportato alla memoria, come ha sottolineato, durante il suo intervento, Carolina Pellegrino, docente di Diritto all’Università della Calabria – l’appartenenza ad un cultura che sin dai tempi dell’Antigone di Sofocle, riconosceva l’esistenza di diritti universali e inalienabili insensibili ai testi scritti ma strettamente connessi alla stessa natura umana. È in nome di essi che ciascuno individuo ha il diritto, in specie nel mondo della scuola, di avere trattamenti personalizzati ed adeguati, perché attraverso di essi – questo il minimo comune denominatore delle relazioni della Dirigente del Liceo Fermi di Policoro Giovanna Tarantino, delle Psicologhe Stefania Albanese e Maria Donadio, e dell’Educatrice Mariachiara Di Maggio, che si realizza, non solo un obbligo legale, ma una “necessità umana”.
Il primo modo – conclude Modarelli – per superare le barriere non è tanto un atto fisico ma mentale, che politicamente parlando, si traduce nel dialogo costante con le posizione ideologiche avverse e nell’attenzione alle istanze dei singoli, renderle proprie, trasformando, come vado dicendo oramai da sempre, la politica del dire nella politica del fare.