Lo scorso 29 agosto marciarono per le strade della borgata di Serramarina per chiedere maggiori diritti e il rispetto della dignità delle persone dopo il tragico episodio del rogo nel ghetto della Felandina, che aveva causato la morte di una giovane donna.
Cinque mesi dopo in quello stesso luogo dopo nasce la “Casa Betania – Casa della Dignità” per l’accoglienza dei lavoratori extracomunitari impegnati come braccianti nelle campagne del Metapontino. Una risposta concreta ai bisogni del territorio, che vede protagonisti associazioni e movimenti impegnati in azioni di solidarietà e iniziativa sociale.
L’inaugurazione della struttura, realizzata dalla Diocesi di Matera – Irsina grazie ai fondi dell’Otto per Mille, si è svolta mercoledì 22 gennaio alla presenza dell’arcivescovo Pino Caiazzo, del prefetto di Matera Rinaldo Argentieri e delle autorità civili e militari del territorio.
Nelle parole dell’arcivescovo messaggi di accoglienza, partendo dall’episodio degli Atti degli Apostoli con l’arrivo di San Paolo a Malta, una delle nazioni, assieme ad Italia e Grecia, in prima linea nell’accoglienza ai migranti provenienti da Africa e Medio Oriente.
La Casa Betania, gestita dalla Caritas, accoglierà una ventina di persone, offrendo loro una serie di importanti servizi, come spiegato ai nostri microfoni dal direttore Don Antonio Polidoro.
Un segno importante per la dignità e la legalità, come sottolineato dal prefetto Argentieri.
Casa Betania è stata anche il luogo dove è stato presentata la produzione di prodotti agroalimentari a marchio “Iamme”, per l’equità e la legalità, così come spiegato da Gianni Fabbris di Altragricoltura.