Manca poco ormai all’esito finale dell’autopsia sui corpi di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, i fidanzatini di Policoro trovati morti nel bagno dell’abitazione della ragazza il 23 marzo del 1988, in circostanze che secondo i familiari dei giovani hanno sempre lasciato pensare ad un assassinio.
E ricorre proprio mercoledi, il ventitreesimo anniversario della loro morte, quando i due studenti universitari di soli 20 e 21 anni furono trovati seminudi nel bagno di casa Andreotta, privi di vita.
Le prime indagini stabilirono che fu una scarica elettrica, proveniente da un “caldobagno”, acceso per riscaldare l’ambiente, a causare il decesso dei due giovani morti folgorati.
Successivamente, si ipotizzò l’asfissia da ossido di carbonio causata dallo scaldabagno a metano, installato al di sopra della vasca da bagno.
Due ipotesi che non hanno mai convinto le famiglie dei due giovani; in particolare, la madre di Luca, Olimpia Fuina, che non ha mai creduto alla fatalità.
E ad accompagnare la mamma di Luca nella lotta per scoprire la verità c’è sempre stata l’Associazione Libera, che ricorda questo triste anniversario che cade pochi giorni dopo la Giornata della Memore svoltasi quest’anno a Potenza.
“È stato solo un punto di partenza. Da sempre la Giornata della memoria e dell’impegno è per noi solo il punto di partenza di un cammino che dura 365 giorni all’anno e che si articola poi giorno per giorno nei percorsi quotidiani. Riprendiamo – dichiara l’associazione di don Marcello Cozzi – dunque quel cammino, e ripartiamo proprio da Luca e Marirosa”.
“Sono passati ventitre anni da quel 23 marzo 1988; ventitre anni di buio, di silenzi, di archiviazioni e di domande alle quali speriamo che gli esami autoptici, recentemente compiuti sui loro poveri resti, possano finalmente dare una risposta che riporti verità e giustizia in questa triste storia”.
“Siamo certi – conclude la nota di Libera – che sia il lavoro che da mesi sta portando avanti il dottor Introna sia i nuovi impulsi investigativi della Procura di Matera porteranno finalmente luce su questo tragico caso; nel frattempo riteniamo che il modo migliore per restituire dignità a Luca e Marirosa è stare accanto alle loro famiglie sta nel continuare a rivendicare il diritto di una risposta al dovere delle tante domande”.