Per Cavallo “dare diritti a chi non ne ha non equivale a sottrarli ad altri, ma significa togliere terreno all’economia illegale che prospera proprio dove non si sono diritti e vige la legge della giungla. Adesso la sfida è continuare l’impegno per una nuova governance del mercato del lavoro agricolo coinvolgendo attivamente le parti sociali e gli enti bilaterali territoriali, a partire dalla organizzazione dei corridoi verdi e dalla organizzazione di un sistema dignitoso di ospitalità. L’obiettivo deve essere incentivare il lavoro agricolo di qualità e coltivare una cultura permanente della legalità contro ogni forma di sfruttamento e di concorrenza sleale partendo dalle scuole. Il futuro delle nostre filiere agroalimentari – conclude Cavallo – si gioca sulla qualità del lavoro, sulla trasparenza delle produzioni e sulla sostenibilità ambientale ed etica delle imprese agricole”.
“Bene norma sul lavoro sommerso, più diritti significa contrastare l’illegalità”
“La regolarizzazione dei braccianti irregolari è una misura di civiltà che consente a tanti lavoratori impegnati in agricoltura di vedere riconosciuti dei diritti a fronte del loro fondamentale contributo alla filiera agroalimentare, specie in questa fase”. Il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, saluta favorevolmente la decisione del governo di inserite nel “decreto rilancio” una specifica misura per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro sommerso.
“Da tempo come Fai chiedevamo una misura di questo tipo – commenta Cavallo – per sottrarre centinaia di lavoratori migranti impegnati nella nostra regione alla mano invisibile del caporalato e allo sfruttamento. È un primo passo verso una politica di inclusione che deve ora affrontare con determinazione il tema dell’accoglienza, argomento su cui in Basilicata si scontano ancora ritardi”.