Cgil, Cisl e Uil di Basilicata e Matera, unitamente al rappresentante del Tavolo Nazionale anticaporalato, alla Consigliera regionale di parità effettiva e al Presidente CRPO, per venerdì 7 agosto alle ore 18,30, presso il Chiostro della Chiesa del Cristo Flagellato – Piazza San Giovanni – Matera hanno organizzato l’incontro pubblico dal titolo: “Senza Nome – ad un anno dalla morte della giovane migrante” per ricordare quanto drammaticamente accaduto presso La Felandina di Bernalda – Metaponto che vide la morte della giovane donna nigeriana.
“Un evento drammatico – si legge in una nota congiunta delle sigle sindacali – che non può essere archiviato su cui la comunità si deve interrogare profondamente sull’accaduto che ha spento la vita di una donna di soli 28 anni che ha lasciato nel proprio paese 2 figli per venire a lavorare in Italia.
Un’occasione anche per affrontare la condizione dell’accoglienza in Basilicata ed in particolare nel Metapontino e in tutta la provincia di Matera sulla quale si nutrono preoccupazioni per la critica condizione in cui si trovano i numerosi migranti presenti nel territorio materano, aggravata anche dall’emergenza Covid-19, che imporrebbe misure adeguate e puntuali per evitare il rischio di contagio a garanzia della salute individuale e pubblica che avrebbe, nella fase dell’epidemia necessità di essere maggiormente sostenuta.
A tal proposito si fa presente che le richieste avanzate alla Regione Basilicata nella fase del lockdown perché organizzasse gli interventi igienico – sanitario specifici da mettere a disposizione dei centri di accoglienza e per i raggruppamenti informali presenti nella provincia di Matera e su tutto il territorio regionale, sono state totalmente disattese.
Purtroppo, l’attuale propagazione del virus COVID – 19 all’interno dei raggruppamenti dei migranti, dimostra quanto sia stata grave la sottovaluzione dimostrata dalla Regione Basilicata e quanto ancora sia necessario e urgente intervenire per evitare gli effetti negativi sulla salute dei migranti e sulla tranquillità delle popolazioni.
Per queste ragioni diventa improcrastinabile la definizione di un piano igienico – sanitario dedicato (informazioni comportamentali, dispositivi individuali, interventi medico-sanitari, supporti psicologici, ecc.) per i migranti presenti nei centri a supporto dell’attività suppletiva svolta dagli enti e delle associazioni che mette a dura prova le strutture, i lavoratori, i volontari.
Il procrastinare da parte della Regione Basilicata potrebbe comportare un prezzo individuale e collettivo molto alto in considerazione anche della notevole presenza di migranti nel nostro territorio, caratterizzata da richiedenti asilo ospitati nei CAS, ma anche e soprattutto da braccianti stranieri in regola con il permesso di soggiorno, o in attesa di regolarizzazione che, in seguito dello sgombero della “Felandina”, si sono organizzati in gruppi informali dislocati sull’intero territorio del Metapontino.
Un fenomeno trascurato nonostante la Regione Basilicata, grazie al sostegno dei residenti stranieri e ai lavoratori e lavoratrici stagionali, impegnati nel lavoro della cura, nei servizi e soprattutto nel settore zootecnico e agricolo del metapontino, riceva importanti ricadute e vantaggi sul sistema economico e sociale.
Particolarmente rilevante risulta il contributo offerto dai migranti nell’agricoltura intensiva del metapontino che, in questo momento emergenziale, rischia di avere notevoli ripercussioni per effetto della mancanza di manodopera stagionale che non garantirebbe la raccolta. In tal senso, l’organizzazione di un sistema di servizi e della logistica adeguata, insieme agli interventi sul mercato del lavoro finalizzati al contrasto del “caporalato” attraverso anche la regolarizzazione, la stabilizzazione e la contrattualizzazione dei lavoratori.
Sono necessarie azione concrete per combattere il caporalato come la creazione di posti letto, l’attivazione dei servizi di trasporto e di uno sportello dedicato del Centro dell’Impiego, la realizzazione di un presidio sanitario dedicato dell’Asm nell’area meta pontina.
Pertanto, le OO.SS. chiedono alla Regione Basilicata di sbloccare i progetti già finanziati e metta in atto misure ed interventi specifici, quali:
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la predisposizione di misure che metta in condizione di sicurezza igienico-sanitarie tutto il complesso mondo dei migranti, formale ed informale, organizzando e programmando interventi specifici per la sicurezza, coinvolgendo le strutture della sanità pubblica e coinvolgendo le organizzazioni non governative impegnate nel campo sanitario internazionale in applicazione delle disposizioni normative, legislative e dei protocolli riguardanti la sicurezza generale e la sicurezza del mondo del lavoro;
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provvedere urgentemente all’allestimento di strutture di emergenza per l’alloggio temporaneo dei braccianti stranieri che si muoveranno nei territori della regione Basilicata ed evitare il rischio di ricreare “ghetti” come quello della Felandina;
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l’attivazione concreta di azioni (individuazione di strutture sul territorio idonee all’accoglienza, organizzazione del trasporto e della formazione, ecc.) che utilizzando le risorse finanziarie disponibili per gli interventi rientranti nell’ambito del Progetto SUPREME-PIU, incidano sul delicato problema dell’accoglienza;
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l’approvazione della delibera presentata in Giunta dal Presidente Bardi per il completamento del centro di accoglienza di Scanzano Jonico;
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ulteriore sostegno ai CAS che con l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza del 18 ottobre 2018, hanno subito la riduzione sostanziale della quota destinata alla spesa per l’accoglienza per mantenere gli standard adeguati alle necessità richieste;
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supporto e riconoscimento per le attività di volontariato svolte dagli Enti religiosi nei centri di accoglienza e dalle associazioni impegnate nelle azioni di informazione e di prima assistenza sanitaria sia nei centri di accoglienza che nelle aggregazioni informali;
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nei confronti istituzionali con il Governo promuovere e sostenere azioni legislative finalizzate a migliorare ed estendere la regolarizzazione degli immigrati senza permesso di soggiorno presenti sul territorio nazionale e regionale che avrebbe un’importante valenza plurima: riduzione del rischio contagio Covid -19, contrasto al lavoro nero, accesso al sistema delle tutele e degli ammortizzatori sociali alle persone impegnate nelle attività lavorative sommerse”.