Le previsioni fatte nel periodo del lockdown si sono rivelate perlopiù attendibili, con un avvio lento fino a inizio luglio quando sfiducia, incertezze e timori si sono finalmente diradati, lasciando libero il desiderio di viaggio covato tra le mura delle nostre case. Già nei weekend di giugno i primi gruppi di escursionisti, soprattutto su due ruote, hanno timidamente fatto comparsa sulle strade e nei borghi dell’entroterra. A luglio Matera si confermava, nei sondaggi nazionali, tra le prime città d’arte ad essere oggetto di interesse da parte dei viaggiatori. Con luglio, alla riapertura delle strutture costiere, Maratea e il Metapontino hanno iniziato a fare come sempre la loro parte, traghettando la Basilicata turistica verso il tutto esaurito di queste settimane di agosto. L’info-point di Matera, solo nella prima metà del mese di agosto, ha registrato quasi duemila visitatori, con il 15% di stranieri, e da una nostra indagine a campione le attività turistico-ricettive di tutte le località lucane stanno registrando numeri vicini al tutto esaurito.
Se è fuori luogo parlare di stagione “positiva”, considerati i traumi che le nostre imprese hanno subito nel periodo di chiusura e considerata la riduzione dei posti letto per rispettare le misure anti-covid, è utile però condividere alcune considerazioni che ci servono a guardare avanti, con la consapevolezza di non dover trascurare ciò che non è ancora del tutto alle nostre spalle (soprattutto nel rischio di recrudescenze del virus).
Innanzitutto possiamo dire, con ottimismo, che siamo di fronte a un sistema turistico maturo e responsabile in tutte le sue componenti, imprenditoriali e istituzionali, pubbliche e private. “Maturo” perché ha saputo rimboccarsi le maniche e adattarsi alle nuove sfide, facendo ciascuno la propria parte, garantendo la riapertura e attuando, in alcuni casi, interventi di riqualificazione e rinnovamento strutturale per migliorare la qualità dell’offerta. “Responsabile” perché ha saputo garantire la nostra consueta capacità di accoglienza, raggiungendo, in più, standard elevati di sicurezza, a testimonianza della bontà dell’azione istituzionale e della professionalità dei nostri operatori. La Basilicata è una destinazione turistica sicura non solo per i suoi grandi spazi, ma anche per la responsabilità del governo regionale e di tutti noi, operatori in primis, come abbiamo saputo mostrare finora (davvero poco rilevano le polemiche innescate in alcuni casi).
È ancora presto per fornire numeri attendibili sulle performance del sistema ricettivo, ma se le statistiche sugli insight di Facebook ci dicono che siamo terzi a livello nazionale per interazioni, dietro solo a Sicilia e Trentino, e se gli operatori di alcune aree, in particolare quelle interne (Pollino, Gallipoli Cognato e Val D’Agri su tutte) registrano in questi giorni addirittura più turisti che nel 2019, allora possiamo affermare che le azioni messe in atto stanno dando i loro frutti. Già dal ciclo di webinar di aprile-maggio abbiamo aperto il dibattito sulle potenzialità del turismo dei borghi, della Basilicata verde e dei grandi spazi, con il coinvolgimento di testimoni di rilevanza nazionale e internazionale. Con la riapertura di giugno, la campagna “Basilicata en plein air”, dedicata alla vacanza attiva e all’offerta ambiente-paesaggio-cultura, ha veicolato messaggi mirati verso un pubblico selezionato e attento. Solo a titolo di esempio fra le tante iniziative realizzate, scegliere di essere protagonisti con “Italia on the Road” di Lonely Planet è stato coerente con i nostri obiettivi e con il tipo di domanda turistica da intercettare dopo il lockdown. Allo stesso modo insistere in modo mirato, dietro l’iniziativa del Dipartimento Ambiente regionale, sul nuovo format di Rai Uno “Linea Verde Tour” si sta confermando, per ascolti, una scelta che porta grande visibilità alle nostre destinazioni.
Non disponendo ancora di un sistema di raccolta dati che consenta a tutti di costruire informazioni utili all’analisi delle dinamiche in tempo reale, possiamo comunque trarre alcune considerazioni, guardando in modo programmatico al futuro.
– L’interesse verso Matera è solido anche dopo il 2019. Nell’attesa del lancio di James Bond “No Time to Die” nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, questo dato ci rafforza e deve dare fiducia agli operatori per continuare a migliorare i propri standard, diversificando e intensificando, anche con il nostro aiuto, l’intercettazione di un tipo di turismo di fascia medio-alta, rispettoso dell’identità dei luoghi, disposto a pernottare e a muoversi anche verso altri luoghi. Matera non deve essere solo “recettore” dei flussi pugliesi, ma deve essere “trasmettitore” di flussi verso le altre destinazioni lucane.
– I borghi e la Basilicata verde hanno un’attrattività enorme, che va organizzata e valorizzata al meglio. L’offerta soffre ancora di troppo spontaneismo. Vanno organizzati e promossi servizi (che consentono di creare reddito) e vanno elevati gli standard di qualità dell’accoglienza.
– L’offerta “mare” può rafforzarsi ulteriormente, operando in un’ottica di destagionalizzazione e di diversificazione. Con la capacità ricettiva che esprime e con la maturità degli operatori (in alcuni casi già di seconda generazione), va perseguita un’operazione di raccordo e di integrazione su più livelli: sia “geografica” con le destinazioni dell’entroterra, (anche valorizzando i settori del trasporto turistico, che oggi sono tra quelli più penalizzati e in difficoltà), sia “tra filiere” (non solo culturale e creativa, ma anche agro-alimentare, per di più con due patrimoni intangibili Unesco come la dieta mediterranea e la transumanza ancora troppo poco valorizzati qui da noi).
– In questa fase di “fermo” del turismo internazionale, bisogna consolidare e ampliare l’interesse dei nostri bacini “storici” di domanda (USA, Francia, Germania). Ma è anche il momento di esplorare nuovi mercati, per far fronte a possibili inattese dinamiche del turismo post-covid. Aver avuto accesso, come APT, a una campagna europea rivolta all’estremo oriente sarà un’occasione di operare in tal senso.
È necessario, insomma, operare su più livelli per connettere, formare, innovare, creare servizi; su questa linea continueremo a lavorare con le istituzioni, con gli operatori del settore e con le loro rappresentanze.
Siamo una terra che ha la diversità come valore aggiunto e l’accoglienza come carattere distintivo. Su questo vanno programmate le risorse, su questo vanno innescati i processi di innovazione, su questo va costruito il futuro del turismo lucano”.