“Anche in questi mesi di forte apprensione e preoccupazione per il dilagare del Coronavirus in Italia e nel mondo, il Movimento Tutela Valbasento deve, purtroppo, constatare come il territorio di Pisticci venga ancora una volta considerato come la meta ideale per le ditte operanti nel trattamento e smaltimento di rifiuti”.
E’ quanto si legge in un comunicato stampa dell’associazione ambientalista.
“Sono tre, in particolare – prosegue la nota – i nuovi potenziali impianti che rischiano di rovinare ulteriormente il nostro territorio, già abbastanza provato dal punto di vista ambientale e sanitario.
È di marzo scorso la notizia dell’accoglimento, da parte del Tar Basilicata, del ricorso presentato dalla società bresciana IRLE Srl in merito alla costruzione, nella zona industriale di Pisticci Scalo, di un impianto di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali (anche pericolosi).
Sempre di marzo è la notizia di un altro ricorso presentato al Tar Basilicata dalla società torinese Teknoservice Italia per la realizzazione in contrada Santa Lucia (a ridosso dei calanchi tra Pisticci e Craco) di un impianto integrato di trattamento e recupero dei rifiuti solidi urbani. Il motivo del reclamo risiederebbe nei presunti rallentamenti all’iter autorizzativo da parte della Regione Basilicata.
È, invece, del 28 luglio scorso l’annuncio entusiastico del Sindaco di Pisticci, Viviana Verri, della prossima realizzazione, nella zona sottostante al Palazzetto dello Sport di Via Olimpia, di un nuovo centro di raccolta rifiuti differenziati, ingombranti e RAEE (abbastanza simile, quindi, a quello fatiscente già presente in contrada Feroleto).
Alla luce di tutto ciò, chiediamo all’Amministrazione Comunale e al Governo Regionale di invertire una volta per tutte la rotta e non continuare a vedere il territorio pisticcese come terra di immondizia e di reflui, come un frutto da spremere fino all’ultima goccia, in un circolo vizioso tra rifiuti, pseudo-ecologia e inquinamento. Se nel primo caso (IRLE), infatti, è assolutamente inconcepibile caricare di ulteriori impatti ambientali un’area già pesantemente inquinata come quella di Pisticci Scalo, nel secondo caso (Teknoservice) è improponibile deturpare in modo così violento una zona di interesse ambientale e paesaggistico come quella dei Calanchi.
Nel terzo caso, infine, vorremmo sapere dal Sindaco di Pisticci a cosa serva costruire un ulteriore centro di raccolta rifiuti in un Comune che non riesce a gestire bene nemmeno quello già esistente in contrada Feroleto. Sarebbe, inoltre, interessante capire la visione strategica di questo progetto, che si andrebbe a collocare a pochi passi dalla villa comunale di un paese in contrazione demografica da decenni. Se la popolazione continua inesorabilmente a diminuire, questo ulteriore “ecocentro” a cosa e soprattutto a chi servirà?”