“Mentre i rappresentanti politici regionali fanno passerella nei convegni che trattano la salute e la tutela dell’ambiente nel Metapontino e in particolare sul territorio di Pisticci, dobbiamo purtroppo constatare che le azioni messe in campo, vanno esattamente nella direzione opposta ai proclami”.
Lo scrive in una nota Rocco Caramuscio, referente di Italia in Comune Basilicata.
“Ciò che trapela infatti dalla cronaca attuale e dalle denunce di comitati, associazioni ambientaliste e privati cittadini – prosegue Caramuscio – porta ancora una volta a temere un ulteriore sovraccarico ambientale nella vasta pianura metapontina prima vocata a granaio d’Italia ed oggi a discarica, stoccaggio e trattamento di qualsiasi tipo di rifiuto.
E’ di questi giorni la denuncia a mezzo stampa, del Movimento Tutela della Valbasento, sul rischio di un ulteriore insediamento di attività altamente impattanti dal punto di vista ambientale. Pisticci Scalo diventerà sede di un impianto di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali in seguito all’accoglimento da parte del TAR di Basilicata del ricorso presentato da IRLE Srl.
Sembra invece scongiurato per ora, l’insediamento di un Impianto integrato di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, ubicato in Contrada Santa Lucia del Comune di Pisticci.
Infatti, la conferenza di servizi sul Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale, si è conclusa negativamente.
Un iter iniziato il 2017 e che non ha mai coinvolto le comunità. L’informazione, il confronto, servono a volte a fugare i sospetti che necessariamente sorgono con tali comportamenti.
Anche l’ubicazione, prevista dall’Amministrazione Comunale del nuovo centro di raccolta di rifiuti differenziati, sembra di non felice intuizione. L’insediamento a pochi passi dal centro abitato di Pisticci in una zona sottostante il versante colpito qualche decennio fa dalla frana del Rione Croci e prossimo agli insediamenti sportivi del paese, solleva più di un dubbio in termini strutturali ed ambientali. Meraviglia come tale progetto sia stato approvato e finanziato dalla Regione Basilicata.
Purtroppo, la qualità della vita nel Metapontino è fortemente compromessa grazie alle ripetute scelte scellerate della politica ai danni delle nostre comunità. Un popolo sacrificato all’altare del progresso economico, violentato nella propria vocazione agricola e bloccato nei disperati tentativi di rilanciare il turismo.
Fino ad oggi, la Basilicata si è comportata come una feroce matrigna per una comunità che consta di circa centomila abitanti.
Bisogna dirlo però: un po’ vittima e un po’ complice del proprio carnefice lo siamo. Forse una speranza di autodeterminazione si potrà avere solo se, in un’auspicabile rivisitazione dei territori, si decida di far nascere una Regione Jonica, omogenea per storia, territorio, problematiche e speranze.
E’ il momento di agire o di rivendicare dignità”.