“Chiediamo un intervento autorevole urgente per garantire la corretta erogazione di acqua dalla diga di San Giuliano verso la Puglia”.
Cia Agricoltori Puglia Area Due Mari e Confagricoltura Taranto hanno inviato una lettera, a firma congiunta, ai prefetti di Taranto e di Matera e ai presidenti delle Regioni Puglia e Basilicata.
“Sono diverse settimane che in più occasioni – si legge nella nota – abbiamo segnalato irregolarità nella erogazione di acqua dalla diga di San Giuliano verso la Puglia. A fronte di un quantitativo di acqua richiesto dal Consorzio di Stornara e Tara di Taranto di circa mille litri al secondo, l’erogazione nelle diverse ore della giornata spesso e volentieri scende fino a 500 litri al secondo.
Tale improvvisa riduzione causa difficoltà nella gestione irrigua in provincia di Taranto, poiché il canale adduttore lungo 35 km da San Marco di Bernalda (Matera) a Palagianello (Taranto) si abbassa di livello e in alcuni comizi irrigui l’acqua non riesce ad arrivare. Peraltro – si legge ancora – non si comprendono le ragioni della riduzione di portata, atteso che al momento sono presenti in diga circa 26 milioni di metri cubi sufficienti a garantire la portata di mille litri al secondo per la Puglia e altrettanti per la Basilicata”.
La diga di San Giuliano è di proprietà al 50 per cento della Basilicata ed al 50 per cento della Puglia è stata costruita nel 1958 per irrigare una superficie di circa 20mila ettari metà in Basilicata e l’altra metà in Puglia; in Basilicata la stagione irrigua inizia nei primi mesi dell’anno in Puglia nel mese di maggio e questa situazione di fatto determina un maggiore utilizzo di acqua in Basilicata rispetto alla Puglia.
Per le associazioni di categoria “la gestione della diga è a totale trazione lucana e la questione più sconcertante è la mancanza di trasparenza nel fornire i dati relativi all’erogazione tramite i misuratori, uno di questi, il venturimetro è chiuso con un lucchetto inaccessibile al Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. Altri misuratori presenti fino alla scorsa settimana sono attualmente scomparsi o forse chiusi per renderli inaccessibili agli operatori del Consorzio Stornara e Tara di Taranto. Nei vari sopralluoghi – ricordano i rappresentanti delle associazioni – abbiamo anche appurato che l’acqua tra la Puglia e la Basilicata viene suddivisa utilizzando vecchie lamiere di scaffalature metalliche da ufficio alzate ed abbassate con fili di nylon, che possono essere manomesse da chicchessia.
Per evitare tensioni sociali nel mondo agricolo della provincia di Taranto e garantire la corretta erogazione di acqua, si chiede un intervento verso il Commissario del Consorzio unico di Basilicata, l’avvocato Giuseppe Musacchio e il geometra Francesco Potenza, che gestiscono l’acqua della diga di San Giuliano in Basilicata.