Gli studi sulla sperimentazione nazionale della terapia del plasma iperimmune di pazienti guariti hanno iniziato a dare ottimi risultati per la lotta contro il Covid.
Il progetto, definito “Tsunami”, ha come capofila l’azienda ospedaliera Cisanello di Pisa, scelta dal Ministero della Salute, ISS e AIFA.
L’Ospedale Madonna delle Grazie, in linea con gli studi scientifici, tramite l’Unione Operativa Complessa del “Servizio Immunotrasfusionale” si occupa della raccolta, trattamento e conservazione del plasma iperimmune.
La terapia consiste nel prelevare il plasma da soggetti guariti che hanno sviluppato un elevato numero di anticorpi. Viene infuso al paziente nella fase acuta della malattia per ottenere risultati efficaci.
“In base alla letteratura scientifica fino ad oggi disponibile – dichiara il dottor Giannella, Direttore del Servizio Immunotrasfusionale – è possibile affermare che questo tipo di terapia risponde rapidamente. Questo lascia ben sperare anche perché in passato, durante altre pandemie, è stata adoperata con successo”.
La difficoltà sta nel trovare donatori idonei.
Il Dottor De Stefano, responsabile del progetto “Tsunami” in Basilicata, spiega che per effettuare la donazione del plasma bisogna avere determinati requisiti:
- età compresa tra i 18-60;
- peso di almeno 50 kg;
- donne che non abbiano avuto gravidanze;
- soggetti ricoverati con diagnosi COVID-19 dopo 14 giorni dal tampone negativo;
- soggetti che abbiano già donato plasma iperimmune.
“Sono orgoglioso e soddisfatto di essere a capo di una struttura ospedaliera – dice il Direttore Generale ASM Annese – dotata di tutte le professionalità necessarie all’adozione della raccolta del plasma iperimmune. La nostra Azienda è allineata con gli ultimi studi scientifici nazionali in ordine all’efficienza del metodo e per questo ha iniziato, da qualche mese, la somministrazione randomizzata di questa terapia”.
Chiunque abbia superato questa infezione da COVID-19, può contattare uno dei numeri del centro trasfusionale di Potenza e di Matera per sottoporsi ad un prelievo di sangue per verificare la eleggibilità all’essere donatori.
Successivamente, i donatori verranno sottoposti ad una procedura di plasmaferesi, sottrazione di plasma, che potrà, dopo ulteriori procedure di inattivazione, eseguite per eliminare eventuali infezioni date da agenti trasmissibili, essere somministrato a pazienti affetti da COVID – 19. Nonostante la carenza di personale sanitario, si sta lavorando con grande impegno per far fronte alle difficoltà e all’intensità del lavoro che questo delicato periodo di emergenza sanitaria richiede.