La Chiesa Madre è tornata alla comunità di Policoro.
Il luogo di culto, edificato negli anni Cinquanta e cuore pulsante della borgata realizzata durante la riforma fondiaria, è stato riaperto dopo lavori di restauro durati circa due anni.
Interventi di potenziamento e rafforzamento della struttura portante e di restyling interno che hanno donato una nuova veste all’edificio che ospita la Madonna del Ponte, patrona del centro jonico.
La cerimonia di riapertura si è svolta domenica 13 dicembre alla presenza del vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro Vincenzo Orofino, che ha simbolicamente riaperto il portone della chiesa e officiato la cerimonia liturgica assieme ai sacerdoti della cittadina jonica.
Un intervento lungo e complesso curato dagli ingegneriNicola Ferri e Laura Montemurro mentre i lavori sono stati effettuati dall’impresa Vito Lapenta di Stigliano.
A colpire è soprattutto l’abside, sovrastata da un grande crocefisso e un mosaico che ricorda la Risurrezione; nella parte inferiore un arco di legno, che richiama gli storici portici di piazza Eraclea, e la statua medievale della Madonna del Ponte.
Un intervento complessivo costato quasi un milione di euro e finanziato con i fondi dell’OttoxMille, della diocesi di Tursi-Lagonegro e dalle parrocchie policoresi come ricordato ai nostri microfoni dal monsignor Orofino.
La comunità della parrocchia storica di Policoro ha di nuovo il suo luogo di preghiera e di incontro ha ricordato don Antonio Mauri, storico parroco della Chiesa Madre.