Pur confermando le nostre perplessità sulla decisione della giunta regionale di ampliare il già variegato assortimento della governance regionale con l’ennesimo contenitore a capitale pubblico – prosegue il segretario della Cisl – consideriamo opportuno che nel futuro e speriamo non futuribile piano industriale della neonata società il tema delle bonifiche debba essere tenuto ben presente. Proprio la riqualificazione e la promozione delle aree industriali dovrebbe costituire il core business di Api Bas secondo un modello gestionale dinamico e proiettato verso l’esterno. Da questo punto di vista la Regione dovrà chiarire come potranno convivere Api Bas e Sviluppo Basilicata, quest’ultima da troppo tempo in attesa di un rilancio, in ragione del fatto che sono evidenti i rischi di sovrapposizione delle rispettive sfere di competenza. Il rilancio del sistema produttivo lucano, alle prese con le difficoltà della pandemia ma anche con le opportunità legate al recovery plan, può avvenire solo chiarendo il perimetro d’azione dei vari enti e immaginando un regia politica in grado coordinare una politica integrata di promozione territoriale e di attrazione degli investimenti.
L’impiego delle risorse per le bonifiche ambientali dei siti industriali dismessi rappresenta il primo banco di prova della nuova governance delle aree produttive individuata dal governo regionale. Da questo primo esame capiremo se la Basilicata è o meno attrezzata per cogliere le opportunità legate alla riconversione ecologica e alla sostenibilità ambientale delle produzioni. Le dichiarazioni del presidente del consiglio Draghi in Senato sulla svolta ambientale suonano perciò come un richiamo collettivo alla responsabilità delle classi dirigenti, sia nazionali che locali. Oggi noi abbiamo il dovere di farci trovare pronti e attrezzati con una governance efficace in grado di indirizzare in modo efficiente le molte risorse a disposizione, dalle royalties petrolifere ai fondi strutturali fino al recovery fund, per disegnare il modello competitivo che vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni”, conclude il segretario della Cisl.