“Sono un medico di famiglia, uno dei tanti che in questo ultimo anno ha dovuto affrontare sfide impensabili fino a qualche tempo fa. Ho visto alcuni devi miei pazienti ammalarsi, e mi sono sentita spesso impotente perché di fronte ad un nemico che non conoscevo, che mi faceva paura e che all’inizio non sapevo come gestire. Spesso mi sono sentita abbandonata da chi avrebbe dovuto darmi direttive e presidi per proteggere me stessa ed i miei pazienti. Alcuni di loro sono purtroppo finiti in ospedale, alcuni non ce l’hanno fatta e hanno perso la battaglia con questo terribile virus”.
Inizia con queste parole la lettera di Isabella Tomaselli Tataranno, medico di Medicina Generale di Bernalda, scritta per ringraziare tutti i medici impegnati nella lotta al coronavirus, e in particolare il personale della Terapia Intensiva dell’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera.
“In una situazione così complessa, a livello mondiale, come è la pandemia che stiamo vivendo – prosegue Tomaselli – mi sento di ringraziare i miei colleghi, ospedalieri e no, per aver affrontato con coraggio questa emergenza. Sin dall’inizio, i miei rapporti con i reparti di terapia intensiva sono aumentati, specialmente per informarmi della salute dei miei pazienti. Vorrei ringraziare il personale della terapia intensiva dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, ed il primario Dott. Franco Dimona. Grazie, per la tua professionalità, al servizio dei pazienti, per la gentilezza e umanità con cui hai risposto sempre alle mie chiamate e a quelle di altri medici di famiglia, preoccupati per i propri assistiti. Tu rappresenti, insieme al tuo personale, spesso in numero inferiore a quanto sarebbe stato necessario, un esempio di coraggio e di eroismo contemporaneo, nonché di abnegazione per il tuo lavoro. In un periodo storico di incertezza, come medico di famiglia ho potuto sempre contare sulla tua collaborazione e sul tuo conforto e consulto telefonico. Grazie per quello che tu, ed il tuo personale avete affrontato in questo ultimo anno, comprese tutte le difficoltà ed i rischi connessi all’infezione. E con me vi ringraziano anche tutti i pazienti che avete avuto in cura e le loro famiglie”.