Mappare e rimuovere gli attrezzi di pesca persi o abbandonati per consentire la bonifica di due aree costiere lucane. È l’obiettivo del progetto RimFor, finanziato dal Po Feamp 2014/2020 della Regione Basilicata con la misura 1.40 sulla protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibile, i cui risultati saranno presentati venerdì 14 ottobre, alle ore 10.30, all’Oasi Wwf di Policoro.
Il progetto ha interessato le coste lucane prospicenti i siti di interesse comunitario“Costa ionica foce Agri e Bosco Pantano di Policoro” e “Costa ionica foce Sinni”. Durante l’azione di individuazione sono state rinvenute diverse reti da posta e alcune trappole per polpi realizzate con tubi di pvc, rimosse con successo e smaltite in collaborazione con l’amministrazione locale. In fase di ispezione è stata prestata attenzione al rinvenimento di catture accidentali degli attrezzi abbandonati, e sono stati prontamente liberati in mare esemplari di crostacei vivi e teche ovigere di cefalopodi.
“Complessivamente sono state realizzate dieci giornate di utilizzo del mezzo nautico che hanno consentito il recupero di 500 kg di materiale”, precisa Roberto Carlucci, professore associato di Ecologia del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, responsabile scientifico del progetto che si è occupato dell’organizzazione e della supervisione delle attività di pianificazione, di campo e di divulgazione. “Al fine della sensibilizzazione e della formazione alla sostenibilità ambientale, si sono tenute cinque giornate divulgative rivolte alla comunità locale che hanno seguito la fase operativa”, continua. Carlucci ha sottolineato altresì “l’importanza della collaborazione tra i partner di progetto, il professor Giovanni Quaranta dell’Unibas e la cooperativa di pescatori Nereide, che hanno visto nel Feamp della Regione Basilicata l’opportunità di fare un’azione concreta locale verso il problema globale degli attrezzi abbandonati che danneggiano la fauna locale, dall’avifauna alle tartarughe e ai cetacei”.