Un pressante invito “alle amministrazioni competenti, in primis alla Regione Basilicata, a mettere in atto ogni azione necessaria a prevenire ulteriori disastri” viene rivolto dalla quinta Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale nella relazione conclusiva dell’indagine condotta sui danni delle alluvioni in Basilicata dopo l’evento verificatosi il 1 marzo 2011 nel Metapontino.
La relazione conclusiva è stata approvata oggi all’unanimità dall’organismo consiliare (presenti al momento del voto il presidente della Commissione Napoli del Pdl ed i consiglieri Dalessandro e Robortella del Pd, Benedetto dell’Idv, Falotico dell’Udc e Singetta del gruppo Misto) dopo una serie di audizioni, svolte nei mesi scorsi, dei responsabili degli enti a vario titolo interessati alla gestione degli alvei fluviali (Regione, Autorità di bacino, Eipli, Consorzi di bonifica), dei sindaci e degli imprenditori del settore estrattivo.
“Si è avuto modo di appurare – si legge nel documento – che gli eventi climatici estremi come quello del primo marzo 2011 non sono unici ma si verificano periodicamente. Gli straordinari cambiamenti climatici degli ultimi anni fanno temere per il futuro, in quanto sicuramente si ripeteranno e probabilmente con maggiore gravità. Occorre, quindi, mettere in atto tutte quelle azioni necessarie a scongiurare il ripetersi di situazioni pericolo estremo ed il verificarsi di simili disastri. La Regione deve porre in essere tutti i provvedimenti di sua competenza volti alla adozione dei piani di laminazione, la individuazione di casse di espansione o, comunque, di aree di laminazione. Occorre procedere ad una opera di sistematica eliminazione delle situazioni di pericolo, in primo luogo attraverso la pulizia degli alvei dei fiumi, anche con prelievo di inerti ove necessario, per il ripristino del normale flusso delle acque”.
A parere della Commissione, inoltre “va fatta una rivisitazione delle dimensioni degli argini fluviali nei tratti medi e bassi e si deve procedere alla manutenzione di quelli comunemente esistenti o al ripristino laddove distrutti. Una attenzione particolare va data alla interferenza delle grandi infrastrutture lineari (Ss 106 e ferrovia) con gli ambiti fluviali mirati a ridurne gli effetti. Opportuno, al riguardo, un tavolo tecnico con Università, Ferrovie dello Stato, Anas, Comuni interessati, Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto e Autorità di bacino. Al riguardo andrebbero ricercate opportune soluzioni tecniche per favorire un maggiore deflusso a mare delle onde in piena”. “Infine – conclude il documento – va fatta una costante ed attenta sorveglianza del territorio per evitare il proliferare di ulteriori insediamenti abitativi, industriali ed agricoli in zone soggette a periodiche inondazioni e procedere, per quanto possibile, alla delocalizzazione di quelli già realizzati”.